„Occorre abbattere il muro del silenzio“
Hanno deciso di inserire una “E” nel loro nome: ex-LADS, adesso si chiamano LAEDS. Ma non è l’unico cambiamento, anche il loro progressive rock si è evoluto negli ultimi anni, è diventato adulto, più complesso e duro.
Nel 2013 i tre fratelli musicisti Emanuele (voce, chitarra), Damiano (violino, voce) e Lorenzo Colombi (batteria, voce) decidono di fondare una band, negli anni successivi si uniscono anche Raffaele Barberio (chitarra) e Gabriele Munini (basso). Dopo la vittoria al concorso Upload nel 2015 dove vengono premiati come miglior band dell’Alto Adige, iniziano a lavorare al loro primo album “Salvage”. Poco dopo esce anche il live album “Left in the cells”.
E adesso, appunto, è uscito il loro nuovo concept album “Homestage”, che contiene 6 brani. Ecco il video del singolo “Reach/Bleach” ed un’intervista al cantante Emanuele Colombi:
salto.bz: Una settimana fa avete festeggiato la release party del vostro nuovo album “Homestage”. Come descriveresti i nuovi brani?
Emanuele Colombi: Homestage è un album che getta luce su diversi punti critici della nostra società e del nostro tempo. Punti critici di cui si dovrebbe parlare molto di più e che invece il più delle volte vengono taciuti perché scomodi o troppo sensibili. Le sei canzoni del CD descrivono sei personaggi che appartengono ad una famiglia abbiente che avrebbe tutti i presupposti per vivere una vita nell'agio e nella ricchezza. Ciò nonostante tutti i membri della famiglia, come anche le persone che li circondano, sono profondamente infelici per diversi motivi, ogni personaggio porta la sua croce e diventa simbolo di quelli che abbiamo chiamato i sei nuovi peccati capitali.
Homestage è un album che getta luce su diversi punti critici della nostra società e del nostro tempo. Punti critici di cui si dovrebbe parlare molto di più e che invece il più delle volte vengono taciuti perché scomodi o troppo sensibili.
Il tema principale a cui ruota intorno il vostro primo singolo “Reach/Bleach” è il tema del suicidio, l’ansietà, insoddisfazione?
In Reach/Bleach la protagonista è la figlia minore. Dal testo della canzone si evince che la ragazza lotta da tempo contro le sue pulsioni suicide in un limbo di debolezza e paura. In questo caso il peccato è l'arresa, ma in senso lato abbiamo scelto il tema del suicidio perché, soprattutto qui in Alto Adige, dove abbiamo un tasso di suicidi spaventoso, occorre abbattere il muro del silenzio
Dopo l’esordio con “Salvage” ed il successivo live album “Left in the cells” eccovi con un nuovo passo: il concept album “Homestage” - come definiresti i cambiamenti ed i progressi fatti tra i vostri inizi ed il nuovo album, sia come band che come musica/sound?
Dal punto di vista prettamente stilistico il nuovo album ci rispecchia molto più del precedente: la nostra musica è diventata più dura e più complessa e le tematiche sono indubbiamente più impegnative del precedente. Anche dal punto di vista del suono siamo più soddisfatti che mai: l'album è stato registrato a Trento e Bolzano da Fabio de Pretis e Mattia Mariotti, nostri amici da tempo e professionisti assoluti del settore. Inoltre mix e master sono stati eseguiti a Varsavia presso lo studio Serakos, un punto di riferimento per il nostro genere a livello europeo. Siamo davvero orgogliosi del risultato e siamo sicuri che gli appassionati del genere sapranno apprezzarlo.
A chi vi ispirate?
Il nostro idolo indiscusso in questo momento è il punto di riferimento del progressive moderno: Steven Wilson. Tuttavia suoniamo musica che sa essere talmente varia, che fra le influenze principali possiamo fare nomi di band totalmente diverse fra loro, come i Karnivool e la Dave Matthews Band.
Siete 3 fratelli nella band, cosa che non si vede ogni giorno - com'è suonare “in famiglia”?
Aver passato un'infanzia assieme e godere delle stesse influenze musicali ci ha molto avvantaggiati all'inizio, perché abbiamo sempre avuto una sensibilità musicale molto simile. Ma la verità è che ci siamo anche sempre circondati di musicisti straordinari, e che suonare insieme per tanto tempo rende tutti fratelli. Oggi come oggi siamo una band più che affiatata con una grandissima coesione, sempre senza paura di improvvisare o di sperimentare.
La verità è che ci siamo anche sempre circondati di musicisti straordinari, e che suonare insieme per tanto tempo rende tutti fratelli.
Ci potete svelare i vostri piani e progetti per il futuro?
Per ora ci stiamo godendo questo release tour in compagnia dei nostri tecnici di fiducia. Siamo una bella truppa e ci divertiamo come non mai a girare insieme. Quest'estate ci butteremo su festival locali e stiamo organizzando un minitour all'estero. Inoltre sarà nostra premura far avere il nostro disco a esperti del settore, produttori e agenzie, in modo da iniziare a costruire un network che ci faccia uscire dall'Alto Adige. Wish us luck!
Per chi volesse ascoltarli dal vivo, ecco un paio di date nelle prossime settimane:
15.02. al Renon (Pond Hockey Championship)
21.02. a Bolzano (Sudwerk)
23.02. a Merano (OstWest Club)
17.03. in Val Gardena (Rock the Dolomites)