Beni Comuni in Alto Adige: sereno variabile.

Per la gestione dei nostri Beni Comuni serve un forte coinvolgimento della popolazione.
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Con il riscaldamento globale e con gli altri guai prodotti dall’economia del “saccheggio della natura”, si é riscoperta finalmente l’importanza dei Beni Comuni. Aria, acqua, boschi, pascoli, patrimonio artistico,biosiversità sono beni dai quali nessuno deve essere escluso e che vanno preservati per le prossime generazioni. La prima Premio Nobel donna per l’Economia, la compianta Elinor Ostrom, ha studiato a fondo i modelli di gestione dei Beni Comuni ed ha concluso che la formula migliore non é, né quella della Privatizzazione, né quella della Statalizzazione, ma quella della Gestione Comunitaria. Lo dimostra, tra il resto, un suo studio empirico: Ostrom ha analizzato le immagini satellitari di un enorme pascolo diviso in tre parti da confini politici e da diversi regimi di proprietà: una parte in Mongolia (Proprietà Comunitaria), una parte in Russia (Stato), una in Cina (Privati). Le immagini svelano il forte degrado del pascolo in Russia ed in Cina.
E che previsioni si fanno per i Beni Comuni in Alto Adige? Sereno variabile! Resiste bene una forte tradizione di gestione comunitaria dei Beni Comuni (associazioni, cooperative, consorzi,). Boschi, malghe, acquedotti, beni culturali vedono fortunatamente il protagonismo delle comunità locali. Ma ci sono anche nuvole all’orizzonte: quella della “provincializzazione” o della privatizzazione. Speriamo nel bel tempo. O sole mio!