Politics | #secondotempo

Che voto avete in pagella, cari politici?

Le proposte delle Pmi per la seconda parte della legislatura e i giudizi per il #primotempo. “La politica può fare di più”.

Lo chiamano #secondotempo: è la risposta dell’Unione Provinciale degli Artigiani e delle Piccole Imprese (CNA-SHV) alla sfilata degli assessori provinciali, battezzata #primotempo, che nelle scorse settimane hanno illustrato il loro bilancio di metà legislatura (dopo due anni e mezzo) e i prossimi obiettivi da raggiungere. “Il primo tempo è stato giocato bene, ma il secondo tempo deve portare risultati ancor più concreti per l’Alto Adige”, avverte la CNA che ora lancia le sue di proposte.
 

9 punti per il futuro

La redditività: “la Provincia - spiega Claudio Corrarati, presidente della CNA - è chiamata a completare le riforme strutturali, liberando risorse per gli investimenti, stimolando gli appalti pubblici e privati. La politica economica dovrà essere diversificata: i centri urbani di fondovalle, in testa il capoluogo, necessitano misure molto più incisive e infrastrutture non più rinviabili rispetto ai centri che beneficiano della massiccia presenza turistica o rispetto alle zone disagiate che, essendo povere di tessuto produttivo e attrattività turistica, hanno bisogno di piani ad ampio spettro”. L’accesso al credito, le cooperative di garanzia devono essere sostenute “affinché siano partner delle imprese e non strumenti sostitutivi degli istituti di credito”. La formazione e i fondi europei, la Provincia dovrà concentrare gli sforzi di quattro anni per far fruttare i 136,6 milioni di euro del Fondo Sociale Europeo per il periodo 2014-2020. La formazione scolastica e professionale che deve essere “sempre più improntata verso elevati standard tecnologici e al passo con le reali richieste del mondo del lavoro”. Le tariffe dell’energia: con la nascita di Alperia è opportuno reinvestire gli utili con benefici tangibili per l’economia. La raggiungibilità: con il rinnovo trentennale della concessione dell’A22 ad una Autobrennero Spa interamente pubblica la Provincia sarà l’attore principale della raggiungibilità dell’Alto Adige, la mano pubblica controllerà autostrada, ferrovie, funivie, autobus, strade, aeroporto (finché esisterà Abd) e fibra ottica. L’Autonomia: che sia inclusiva e vista come un’opportunità di sviluppo e non come un’occasione per l’autodeterminazione. La riorganizzazione amministrativa: Una riforma auspicata ma non attuata “che deve trovare piena applicazione nella seconda parte della legislatura coinvolgendo non solo la Provincia, ma anche i Comuni e le società partecipate. Necessario, inoltre, rivedere la spesa pubblica per recuperare risorse da destinare agli investimenti. La partecipazione: che sia più snella, rapida ed efficace, valorizzando le aggregazioni associative che sono nate in questi anni anziché i tavoli plenari che spesso si rivelano poco pratici”.

Uno sguardo alle cifre

Stando ai dati dell’Astat e della Camera di commercio, dice Corrarati, l’economia altoatesina è migliorata: “Se nel 2013 il Pil era in picchiata (-0,5%) quest’anno è in ripresa con una previsione di +1,5%. Il numero di imprese è stabile (+0,3%), sono aumentati gli occupati ed è diminuito il tasso di disoccupazione. Crescono le esportazioni, in risalita il credito a famiglie e imprese e le concessioni edilizie ritirate. Avremmo risultati migliori se la Provincia riuscisse a contrarre la spesa corrente, mantenendo gli sgravi fiscali e aumentando gli investimenti”.

 

Le pagelle della CNA

Politica: voto 6,5
Apprezzabile sforzo riformista, ma i tempi di applicazione delle riforme continuano ad essere lunghi e le risorse per investimenti diminuiscono. Con azioni più coraggiose, nel #secondotempo l’8 è raggiungibile.
 
Piccole e medie imprese: voto 7
Resistenza stoica alla crisi e alla burocrazia, fortissimo legame con il territorio. Le piccole aziende devono crescere non nella dimensione ma nella mentalità, adottando organizzazioni e processi più efficaci attraverso la riqualificazione del management.
 
Tutti noi cittadini: voto 6,5
Il voto è il risultato tra il 5 per la disaffezione al voto sia nelle tornate elettorali sia in quelle referendarie e l’8 per lo stimolo che la stessa disaffezione, sintomo di scarsa fiducia, dà alla politica e al mondo associativo per un cambio di passo nel #secondotempo.