Politics | Proposta di legge

Più democrazia e sovranità ai cittadini

I diritti referendari in Italia sono messi male ad ogni livello di governo. Una nuova proposta di legge di iniziativa popolare potrebbe dare una spinta per cambiare.
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I diritti referendari in Italia sono messi male ad ogni livello di governo, da quello comunale a quello nazionale, per non parlare dei referendum regionali, quasi sconosciuti. Questi strumenti sono espressione fondamentale della sovranità che la Costituzione riconosce formalmente a noi cittadini singoli e associati (art. 71, comma 2). Non si tratta di un dono dei politici che in 70 anni di repubblica si sono rivelati incapaci ovvero non disposti a disciplinare questi diritti in modo equo e serio.

Per essere efficaci tali strumenti dovrebbero essere accessibili anche a gruppi di cittadini “normali”, iniziative civiche ed associazioni, non solo a grandi organizzazioni attrezzate di fondi, reti di amministratori autenticatori, apparati professionali. Poi, il caso dell’ultimo referendum sui voucher, avviato dalla CGIL, sta a dimostrare che anche il più grande sindacato italiano può essere sgambettato dal regolamento insidioso del referendum abrogativo: il governo ha cancellato per tempo la norma da sottoporre a referendum abrogativo, evitando il referendum (già indetto per il 28 maggio 2017), ma poi ha reintrodotto i voucher in forma modificata senza neanche consultare i promotori del referendum.

Non si tratta solo di togliere tali inghippi, o finalmente il quorum di partecipazione, l’ostacolo principale di un buon funzionamento della democrazia diretta e di completare la gamma di diritti referendari (manca sia l’iniziativa popolare sia il referendum confermativo sulle legge ordinarie). Si tratta anche di semplificare e digitalizzare le procedure di sottoscrizione e di vidimazione dei quesiti referendari, di obbligare le amministrazioni pubbliche di informare seriamente i cittadini nella fase prima di un referendum, di rendere questi diritti più user-friendly.

I partiti e le oligarchie – inclusa la SVP dalle nostre parti – hanno spesso vissuto l’uso degli strumenti di democrazia diretta come elemento di rottura del ruolo di unica intermediazione politica tra elettorato da conquistare e le istituzioni. Perciò l’interesse prevalente era quello di creare un insieme di ostacoli al concreto funzionamento dei diritti referendari con una normativa lacunosa a monte e un’applicazione concreta nella realtà amministrativa non degna di un sistema democratico moderno a valle. Un esempio è l’autenticazione delle firme per conto di pubblico ufficiale autorizzato, forma assai macchinosa e superata. Si potrebbe benissimo assegnare questo compito al comitato dei promotori stessi, sotto la propria responsabilità penale, nonché introdurre tutta una serie di innovazioni che in altri paesi funzionano già da parecchio tempo.

A questo punto i Radicali (www.radicali.it/democrazia), Più Democrazia nel Trentino ed altri gruppi all’inizio di giugno 2017 hanno lanciato una proposta di legge di iniziativa popolare del titolo “Più democrazia, più sovranità al cittadino”. Se questa proposta sarà firmata da almeno 50.000 cittadini potrà essere consegnata al Parlamento per sollecitare una relativa legge. Gli obiettivi principali della proposta sono questi:

  • poter firmare da casa con un click sia i referendum che le liste elettorali;
  • poter confermare, abrogare, proporre un’idea politica con referendum vincolanti per la politica. Non si potrà più non tener conto della volontà popolare;
  • restituire ai cittadini il referendum, ora lasciato solo a organizzazioni e partiti che dispongono di fondi e reti di amministratori per autenticare le firme;
  • offrire al cittadino nuovi ed effettivi strumenti di iniziativa popolare, di proposta, di correzione delle politiche, di valutazione e di conoscenza dell’attività delle amministrazioni pubbliche;
  • misurare se i servizi e le società partecipate funzionano o no, se migliorano nel tempo, se peggiorano, se la politica porta a risultati. Superare la politica degli annunci, delle promesse e dei proclami.

I radicali non si limitano a migliorare l’applicabilità dei diritti referendari, ma nella stessa proposta prevedono una serie di interventi per creare più trasparenza dell’amministrazione pubblica, soprattutto nei Comuni e nelle Regioni, nonché più diritti di informazione dei cittadini ai dati relativi ai servizi pubblici e alle finanze. Questi in effetti, sono prerequisiti per il buon esercizio della democrazia sia diretta sia rappresentativa. La PdL di iniziativa popolare è pronta per la firma nella maggior parte delle segreterie comunali dell’Alto Adige a partire dal 1° agosto 2017. Affrettatevi a firmarla alla prossima occasione di recarvi al municipio del vostro Comune: è questo uno dei pochissimi canali diretti dei cittadini per far sentire la nostra voce al Parlamento.