La storia, riportata in questi giorni sulle pagine del quotidiano Südtiroler Tageszeitung, è, tutto sommato, abbastanza semplice da raccontare. Da parte sudtirolese è partita recentemente la richiesta al presidente del Landtag tirolese Herwig Van Staa di organizzare un incontro bilaterale per parlare di temi di notevole attualità come quello dell'accoglienza ai profughi. A questo punto, il presidente tirolese avrebbe però deciso, senza consultare i fratelli separati a sud del Brennero, di coinvolgere nell'iniziativa anche il presidente del consiglio provinciale di Trento Bruno Dorigatti. Un passo che, si dice, avrebbe suscitato un pronunciato malumore da parte dei sudtirolesi che avrebbero voluto contenere l'iniziativa nell'ambito dei rapporti bilaterali. Problema diplomatico risolto a quanto pare grazie alla rinuncia a partecipare da parte dell'esponente politico trentino, ma che conferma ancora una volta come a Bolzano i rapporti euro regionali e transfrontalieri vengano sempre visti in un'ottica che ricorda le famose matrioske russe. Ci sono ambiti, per lo più di tipo celebrativo e culturale nei quali il vecchio Tirolo può procedere unito e festante, altri ancora, ad esempio quando si tratta di tirare per la giacchetta il governo di Roma, nei quali l'alleanza con Trento è considerata strategica, altri ancora, come in questo caso, nei quali è meglio che il discorso resti limitato a Bolzano e Innsbruck. Ci sono infine tutta una serie di questioni, le più importanti a dire il vero, nelle quali i sudtirolesi preferiscono procedere in orgogliosa solitudine. I casi dell'università e dell'aeroporto sono lì a dimostrarlo.
Pare che la rivelazione del piccolo retroscena abbia reso furenti i politici al di qua e al di là del confine e che vi sia addirittura una richiesta di risarcimento danni avanzata dal presidente Van Staa nei confronti del giornale altoatesino. Ora noi poco cale di appurare se la storia sia vera o meno. Sappiamo già che essa, purtroppo, è perfettamente verosimile.