Statuto come regolamento di condominio
Due giornate dedicate all'autonomia con spunti per capire dove andremo, nella specialità tripartita delle nostre terre, fra Province, Regione ed Euregio. Un'iniziativa promossa dalla Consulta per lo Statuto speciale fra la biblioteca comunale di Trento ed il Palazzo della Provincia. Gli appuntamenti cominciano con un seminario dal titolo "L'autonomia speciale vista dai vicini", con Roberto Bin dell'Università di Ferrara, il senatore Francesco Palermo e il presidente della Consulta trentina Giandomenico Falcon.
Bin fa la "lepre" e mette sul tavolo alcuni spunti di riflessione. Partendo dal fatto che «le autonomie speciali nel dibattito pubblico vengono viste come uno scandalo. Ma la carenza di informazione sull'esterno è dovuta alle autonomie speciali». Più che le 5 Regioni a Statuto speciale Bin vede come un problema le 15 Regioni "ordinarie". «Non si ragiona mai su dati concreti. Pensando ad esempio che in Emilia Romagna ci sono 4 atenei finanziati dallo Stato o Zaia riceva 8,5miliardi da Roma per la sanità veneta».
Anche l'armonizzazione dei bilanci quindi diventa, pur essendo un "atto centralista", una modalità per poter confrontarsi.
Bin scherza dicendo che
«ai paesini del Bellunese sconsiglio di aggregarsi alla Provincia di Bolzano, perchè con i regolamenti edilizi altoatesini verrebbe scoperto un sacco di abusivismo».
Il messaggio centrale di Bin, ripreso quindi da altri relatori e dal pubblico, è quello dello Statuto come "regolamento di condominio".
«Lo Statuto speciale è un atto dello Stato, una deroga del Titolo V. I messaggi che vuole dare la comunità si possono dare in altre sedi. Un "regolamento" nel quale ci si mette d'accordo sugli argomenti sui quali si litiga fra Province e Stato, come energia, appalti, lavori pubblici».
Bin consiglia quindi Trento e Bolzano di mettere i propri tratti identitari in una sorta di "legge statutaria",
«una norma particolare nella quale si inseriscono ad esemopio le minoranze e l'autonomia dei comuni. La revisione della legge costituzionale è drammatica, è una via romantica al suicidio».
Palermo approva gli argomenti di Bin e sottolinea come «un clima positivo verso le autonomie speciali non ci sarà mai, l'iniziativa sulla materia deve venire da Regioni e Province».
Il referendum lombardo-veneto sull'autonomia del 22 ottobre sarà «inutile sul piano giuridico, ma metterà in moto una discussione politico-sociale nella quale sarà opportuno inserirsi».
La tattica per sviluppare, migliorare, ampliare l'autonomia è quella dei "fari spenti", sfruttando al meglio le commissioni paritetiche.
«Il Parlamento per esempio - spiega Palermo - non ha battuto ciglio sui cambiamenti non certo insignificanti che hanno coinvolto il gruppo linguistico ladino».
Palermo indirizza una critica al Konvent «dove si è parlato quasi esclusivamente di questioni identitarie, zero sulla rappresentanza dei gruppi linguistici in consiglio provinciale».
Falcon para le critiche di Bin e apre al dibattito. L'avvocato Fabio Valcanover introduce l'aspetto del diritto all'informazione, con «l'autonomia che ha il diritto di difendere, tutelare, far conoscere elementi della conoscenza».
Giuseppe Zorzi, che si occupa per la Presidenza della Provincia autonoma di Trento di Affari Euroregionali, sottolinea come «per molti anni tante cose sono state date per scontate. Gradualmente usciremo da questa situazione anche nella comunicazione, con una massa critica a diversi livelli che farà recuperare un nuovo equilibrio fra aspirazioni e strumenti. Vedo come positivo il fatto che aumenti la percezione di debolezza».
Loris Taufer, ex dirigente scolastico ed appassionato di questioni autonomistiche vorrebbe che «crescesse la cultura dell'autonomia e si prendesse in considerazione anche il processo di unificazione europea e l'esperienza dell'Euregio»