Il ritorno di Giorgio Holzmann
Avevo incontrato Giorgio Holzmann due anni fa. Parlava da reduce della politica, l’avventura parlamentare era finita, il Pdl aveva cominciato ad affondare, e il suo sguardo si allungava verso il futuro apparentemente con rassegnazione, senza tuttavia evitare di concedere un ultimo guizzo, pensando ai prossimi appuntamenti elettorali: “…bisognerebbe animare un progetto trasversale, ovviamente passando prima per un ricompattamento del centrodestra…”. Due anni dopo, a quanto pare, il futuro finalmente è arrivato: Holzmann potrebbe candidarsi a scendere in pista per la poltrona di sindaco. Anzi, ormai è quasi certo che lo farà.
Signor Holzmann, dunque è vero quello che si dice…
Diciamo che ho cominciato a fare un giro d’incontri con i responsabili dei partiti, sto verificando la possibilità di dar vita a un’aggregazione che dovrà costituirsi attorno a un progetto di governo della città. Comunque sì, il cantiere è aperto.
Un cantiere che ha già un nome?
Beh, potrei chiamarlo Bolzano nel Cuore o Forza Bolzano [ride]. A parte gli scherzi, l’idea è quella di dare vita a una cosa nuova, una lista civica, e sto già pensando a come comporla. Evidentemente si tratterà di persone provenienti da esperienze collocabili nell’ambito del centrodestra. Tuttavia non vorrei fissare in partenza dei paletti. Per adesso chiamiamola una “lista dei volenterosi”.
Esiste almeno un’idea forte di partenza? Lei, per esempio, che opinione ha del progetto Benko?
Ritengo che il progetto Benko costituisca una buona opportunità per riqualificare una zona che – ne converrà – adesso non è certo bella. Inoltre, il suo arrivo comporterebbe la possibilità di investire anche nelle zone periferiche della città. La giunta Spagnolli, a mio avviso, ha gestito malissimo tutta la vicenda - anche considerando il fatto che molti cittadini, soprattutto quelli di lingua italiana, erano e sono favorevoli al progetto. È chiaro che si debba ripartire da lì.
Cosa ha sbagliato, secondo lei, Spagnolli?
Non è stato conseguente, ha lanciato messaggi contraddittori, ha poi anche agito in modo contraddittorio. Alla fine le contraddizioni gli hanno tolto il timone di mano. Quello che è mancato è stata una chiara visione programmatica. Per gestire una città come Bolzano occorre una certa autorevolezza. Spagnolli magari ha dimostrato di voler fare ancora il sindaco, ma anche di non saper più esserlo. Adesso il risultato è un paesaggio politico frammentato, dilaniato da interessi contrapposti anche all’interno dei singoli partiti, basti pensare alla Svp. È possibile che alle prossime elezioni avremo persino tre o quattro liste di riferimento nel solo mondo di lingua tedesca.
E dunque lei adesso potrebbe essere il leader di cui ha bisogno Bolzano?
Non dico questo. Mi limito a riconoscerne l’esigenza.
Ma a questo punto non sarebbe meglio che emergesse qualche nome nuovo?
Guardi, io ho sempre detto che mi piacerebbe chiudere la mia carriera politica come semplice consigliere comunale. Del resto non riconosco troppo valore al fattore novità. Anche quando devo comprare una macchina, faccio per dire, preferisco puntare sull’usato sicuro. Bolzano è una città molto complicata e a mio avviso avrebbe bisogno di essere guidata da una persona con una fondata esperienza politica. Almeno quella ritengo di averla.
Nel suo caso esiste però il problema di essere identificato con una parte politica per la quale c’è sempre stata molta diffidenza: come pensa di superare questo vizio d’origine?
Se allude alla cosiddetta conventio ad excludendum, francamente non sento questo problema. Sono stimato abbastanza anche nel mondo tedesco. Ho fatto il vice-presidente del Consiglio provinciale. Mi sono progressivamente avvicinato al mondo di lingua tedesca. Anche a Laives, dove adesso risiedo, è accaduto qualcosa di paragonabile a quello che potrebbe accadere a Bolzano. Io adesso non ho tessere di partito e sono pronto a scrivere una storia nuova.
Ma c’è la difesa dei simboli identitari, il referendum contro Piazza della Pace…
Se ricorda, io cercai in ogni modo di evitarlo, quel referendum. E comunque, anche se non l’avessi lanciato io, l’avrebbe proposto qualcun altro. Negli ultimi dieci-quindici anni le cose sono però cambiate e penso che la contrapposizione etnica non sia più sentita come una volta (a parte qualche estremista). Una cosa è certa: per governare questa città c’è bisogno del contributo di tutti.
Dunque almeno quello che la giunta Spagnolli ha fatto sul versante della “memoria condivisa” lo apprezza?
Personalmente avrei preferito che ci fosse stato un coinvolgimento più ampio, un approccio più trasparente. Del resto, io mi sono sempre dichiarato d’accordo con l’istituzione di un percorso museale sotto al Monumento. Adesso che è stato fatto, la ritengo una cosa positiva. L’importante è che non si arrivi a negare il passato o a ritoccarlo in modo unilaterale.
Torniamo ai progetti per la “nuova Bolzano” e alla prossima campagna elettorale. Tutto dipenderà ancora una volta e solo da Benko?
Come detto, Benko è importante, ma non è certo la sola cosa della quale ci dobbiamo occupare. C’è per esempio una bella fetta di patrimonio che deve essere risanato. Circa 700 alloggi degradati hanno bisogno di essere ristrutturati. Bisogna poi iniziare un nuovo rapporto con la Provincia, affinché Bolzano possa rivendicare con legittimo orgoglio la sua funzione di capoluogo. E questo non vuol dire avere in mente solo il punto di vista degli italiani: dopotutto, con i suoi 25.000 cittadini di lingua tedesca, Bolzano è anche il più grande “comune tedesco”. Quello che semmai dovrà essere corretto è il disequilibrio tra il centro della città e la periferia. Per questo sarebbe importante offrire ai cittadini dei quartieri qualcosa in più in termini di maggiore assistenza domiciliare o di servizi per le categorie più deboli, come gli anziani. Io stesso ho un padre anziano e so bene di cosa parlo. Il mondo delle associazioni dovrebbe maggiormente essere attivato in tal senso.
Parliamo dei suoi possibili interlocutori, che però potrebbero anche rivelarsi suoi oppositori: sto parlando di Alessandro Urzì e della Lega.
La Lega in questo momento è un partito che ha un consenso elettorale crescente. Del resto, anche storicamente, ha sempre avuto i suoi alti e bassi. Certo, adesso riscuote molti consensi puntando sulla sicurezza e l’opposizione all’immigrazione. Ma queste non sono cose che possono essere gestite solo a livello comunale, c’è bisogno di quadro legislativo più vasto. Per quanto riguarda Urzì, non penso che vorrà ritentare l’avventura. Se infatti decidesse di ripresentarsi come candidato sindaco non farebbe una bella figura, visto che ha dimostrato di puntare solo a quello e di non essere affatto disposto a lasciare la sua posizione in Consiglio provinciale per poi eventualmente sedersi in quello comunale.
Tocchiamo infine un tema un po’ scabroso. Lei fa parte anche di quegli ex consiglieri regionali che hanno deciso di lottare per non rinunciare ai vitalizi.
Guardi, contro di me e gli altri ex consiglieri è stata condotta una campagna indegna, addossandoci colpe che non avevamo e facendoci recitare ingiustamente la parte dei cattivi. Io, per esempio, non ho contribuito a varare la legge che adesso si vorrebbe semplicemente riscrivere in modo retroattivo e sono convinto che, quando verranno esaminate le ragioni di chi ha fatto ricorso, alla Regione verrà dato torto. Intanto, se ne sono già andati in fumo 500.000 euro per pagare gli avvocati. Soldi pubblici, faccio notare. Del resto, se ciò poi dovesse costituire effettivamente un ostacolo alla mia eventuale elezione sono anche disposto a restituirli, quei soldi. La venalità non mi appartiene e non avrei alcun problema a ridurre gli emolumenti attribuiti al sindaco e agli assessori.
Potevi pure ricordargli che,
Potevi pure ricordargli che, da parlamentare, è stato uno dei trecento e più che hanno ufficialmente avvalorato la versione "lo ha fatto perché convinto che fosse la nipote di Mubarak".
E comunque: se non gli fanno
E comunque: se non gli fanno né caldo né freddo, come pare dire verso la fine, che li restituisca e bona-lè 'sti soldi. Almeno non se ne parla più, dai.
Bella intervista!
Bella intervista!
Ma qualcuno pensa veramente che Holzmann sia in grado di ricompattare il centrodestra Bolzanino? Io non ho elementi per affermare il contrario. Come è visto Holzmann nella cittadinanza oggi? Qualcuno conosce il termometro?
Ein (Alb)traum: Urzì/Benussi
Ein (Alb)traum: Urzì/Benussi/Casapound, Holzmann, Biancofiore und Lega! Viel Spaß Bozen.