No alle 'procedure demolitrici compulsive'
L'Istituto Magistrale Giovanni Pascoli dell’arch.Guido Pelizzari a Bolzano è obiettivamente l’ultima scuola superiore in lingua italiana da radere al suolo.
Il tutto per tre motivi.
È la prima (è stata infatti inaugurata nel 1936 e quindi al solito il 28 ottobre 1938 dal gerarca di turno), la migliore (pianta a S, ambiente razionale-multifunzionale, scalinata d'accesso in curva, rifiniture di pregio in materiali autarchici, corrimani futuristi, rifugio antiaereo sotterraneo) e quindi la più centrale (fra l'ensemble Corso Libertà e il coevo rione Battisti di Holzmeister/Trenker).
Il bando del concorso di progettazione del Polo bibliotecario nel 2003 al posto del capolavoro pelizzariano non accennava affatto ne' all'"Edificio di particolare interesse storico-artistico", catalogato nel P.U.C.'95 del Prof. Ing. Marcello Vittorini, ne' alla "Tutela degli Insiemi", adottata nel 2002 dal Comune attraverso la vigente normativa urbanistica (L.P.n. 13/1997), ne' al testo unico della legge nazionale di salvaguardia dei beni artistici e ambientali del 1999.
In particolare l'emerita Soprintendenza ai beni culturali intorno al 1990 espresse parere negativo - molto datato - circa il vincolo di tutela del complesso, in seguito non si è fatto nulla, onde ovviare all'incresciosa lacuna, il recente Soprintendente si è dimesso nel 2013, l'attuale Direttrice reggente rischia piuttosto lo smembramento sommario della ripartizione.
Ciò nonostante su 198 candidati internazionali, appunto disinformati, addirittura 26 allora avevano rispettato l'esistente, sebbene alla fine prevalsero ignoranza e spreco. Invero la giuria ha assegnato ben 5 secondi premi ex æquo e altrettanti rimborsi spese - tutti germanofoni - rifacendo una ulteriore, imbarazzante gara nel 2006, dedicata a costoro, malgrado non fossero neanche anonimi tecnicamente, della serie prendi uno e paghi cinque. Benché il verbale cartaceo di questa misteriosa selezione foto-copia non sia stato mai pubblicato ufficialmente adesso il progetto iconoclastico derivato sventra l'intero fronte laterale e lascia soltanto il lato sud di Via Combattenti, ossia tende a sopraffarlo in maniera auto-referenziale e mega-esibizionistica, cementificando le magnifiche corti aperte, tuttora intatte.
Inoltre una bizzarra coincidenza di procedure demolitrici compulsive vide il primo arrivato al concorso a inviti nel 2002 del Liceo Carducci ottenere uno dei secondi premi alle Pascoli, non che il vincitore successivo delle Pascoli piazzarsi terzo al Carducci, manco fossero d'accordo tipo le Archi-stars!
Neppure la Fondazione dell'Ordine degli Architetti, la quale divulga sulla rivista "turrisbabel" le competizioni organizzate sul territorio, che nello specifico erano perfino due, ha ancora riferito in merito alle suddette circostanze inaudite, anomale ed eccepibili, a conferma del suo ruolo così poco trasparente.
Il 17 Luglio 2013 al convegno del "Comitato salviamo le Pascoli", dove hanno raccolto nel frattempo migliaia di firme contro i nuovi dinamitardi locali, un'esperta libraria ha spiegato che a differenza della superata tipologia del deposito, inopinatamente in gestazione, le biblioteche di consultazione grazie alle odierne tecnologie on line non hanno bisogno di enormi magazzini e spazi distributivi, dunque c'è il rischio concreto non solo di smarrire la medesima memoria condivisa, ma anche di ritrovarsi, rispettivamente mantenere una cubatura Kolossal fuori scala e luogo, come non ne avessimo abbastanza in realtà di opere esorbitanti, dai costi proibitivi, spesso vuote.
Purtroppo in ogni vandalismo nichilista nel corso del dopoguerra (la lista degli ex bolzanini fa quasi pensare alla furia auto-distruttrice: ex Astra, ex Garage centrale, ex Semirurali, ex Feltrinelli, ex Corso, ex Palazzo del turismo, ex Fiat, ex Boccaccio, ex Fiera, ex Magnesio, ex Viberti, ex Mignone, ex Carducci, [presto ex Pascoli- Longon, ex Toniolo]) non c'entra niente l'Architettura oppure l'Urbanistica, la logica ovvero il buon senso. Al contrario è una mera questione demagogica di politica etnica - discriminante – ultratedesca, laddove in Europa nessun barbaro prova ad annientare la stazione di Stoccarda, la Bauhaus di Dessau, la Siemensstadt e le Wehrmacht-Siedlungen di Berlino etc. Anzi il Modernismo è studiato al livello delle tesi di laurea, semmai si rottama il disfattismo incompetente della casta dallo stipendio d'oro.
Il nesso mi pare evidente: intanto la storia va imparata, giammai rimossa e poi qualsiasi istituzione mediatica deve fare cultura, non snaturarla, peggio, cancellarla. Infatti una cosa è la biblioteca finalmente inclusiva, dopo mezzo secolo ca. di separazione linguistica coatta, un'altra il centro didattico lungimirante della comunità di Gries, post ventennio nazi-fascista; ambedue rappresentano valori inalienabili, compartecipati, tuttavia l'una non si realizza a scapito dell'altro, pena la consueta voragine di denaro pubblico, autonomo, incontrollato, mediante una tabula rasa demenziale.
Eppure la soluzione minimale esiste fin dal 1998, dai tempi non sospetti della "Sistemazione della zona produttiva"; ad oggi siccome in tema di riqualificazione dell'archeologia industriale il famigerato Polo tecnologico sovradimensionato, dato un pseudo concorso ristretto di idee nemmeno esposte, andrà ubicato all'Alumix presso il dismesso forno Montecatini Bolzano 1, invece l'inedito Polo bilingue (Civica - Claudia Augusta - Tessmann) starebbe benissimo nel vicino Bolzano 2, scampolo di Razionalismo superstite.
Sia perché la formidabile testata in Klinker, oltre ad adattarsi in termini volumetrici, costituisce il primo Moderno (1937-40) tanto in città, quanto in Alto Adige e qui a forza di pugni in un occhio dal 2000 finisce che si perde la vista...
Sia poiché servono punti di riferimento, flessibili, senza impatto extra, in cui concentrare scienza e conoscenza lungo l'asse piacentiniano di Via Volta, dal momento che vi si produrranno un domani meno manufatti delocalizzabili e vieppiù idee sostenibili, con fonti documentate, spendendo giusto la metà riguardo ad entrambe le infrastrutture.
Comunque all'interno dell'area scolastica insistevano su Via Longon i cedri atlantici più imponenti del Capoluogo. In totale 3 su 4 sono stati eliminati tramite il pretesto agghiacciante che i rami cadenti danneggiavano i mezzi in sosta, sicché la giardineria municipale mica pota le chiome sporgenti, taglia proprio l'albero e pazienza se era sano, sempreverde, monumentale, basta sempre spianare la strada alle ruspe. Fortunosamente nello spettacolare scantinato sotto alle aule erano ospitate da decenni alcune associazioni civiche precarie, già completamente evacuate nell'assordante silenzio generale: Circolo la comune, Orchestra Euterpe, una maglieria artigianale, Unione mutilati, Banda Alpini, Comitato reinserimento sociale, Centro donna. Previe rassicurazioni reiterate i tecnici comunali l'anno passato hanno annunciato lo sfratto esecutivo in blocco alla luce della quarta variante approvata del protagonista, anziché progettista, prima secondo nel 2003, secondariamente primo nel 2006, al limite ultimo nel 2018 a scempio compiuto.
Ora però, a.D. 2015, all'improvviso gli è stato revocato l'incarico d'ufficio, cioè la Giunta forse in un eccesso di Autonomia doppia (Regione + Provincia) ha deciso di intervenire via appalto integrato ad impresa affidataria, che significa ricominciare l'esecutivo da capo, mentre il delirium operandi continua, tant'è che l'ennesimo Diktat del partito di maggioranza assoluta incombe d'Autunno, sennonché la misura dello strapotere provinciale è ormai colma.
Gentile Lorenzo, vorrei
Gentile Lorenzo, vorrei sottoporle alcune mie brevi considerazioni.
Sono convinto che la partecipazione dei cittadini alle trasformazioni urbane sia un segnale positivo, tuttavia nel caso specifico ho un'opinione diversa dalla sua.
L'edificio in questione, a differenza del cinema corso e dell'ex-GIL, oltre alla facciata tonda, non presenta partcolarità architettoniche, si tratta di un edificio scolastico, caratterizzato da corridoi, aule tutte uguali e infilate di finestre ripetute serialmente. In questo senso lo spirito del progetto vincitore mantiene intatta la partre architettoniocamente significante (la facciata tonda e parte della facciata su via combattenti) e modifica le restanti parti.
Inoltre, a differenza del cinema corso abbattuto completamente e trasformato in edificio per uffici, la nuova funzione rappresenta un arricchimento culturale per il quartiere e per la città intera. Per questi motivi da abitante del quartiere, cittadino e da architetto sono a favore del progetto di trasformazione dell'ex Pascoli.
In reply to Gentile Lorenzo, vorrei by paolo zucconi
Complimenti per la bellissima
Complimenti per la bellissima risposta.