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Donne e lavoro, primato Alto Adige

Censimento, la regione - e la provincia - guidano la classifica dell’occupazione femminile. Tutti i dati: come siamo invecchiati (bene?). Diplomi, il record di Tires.
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Un Paese con un numero di residenti stabile, appena lo 0,3% in più rispetto al 2011, grazie all’apporto degli stranieri. Un’Italia sempre più vecchia - in cui, per dare l’idea, il numero di anziani per bambino è passato da meno di uno nel 1951 a 5 nel 2019 - e che però registra un aumento, seppure limitato e parziale, dell’occupazione femminile. Una sfera che vede il primato della regione Trentino Alto Adige e in particolare di quello della provincia di Bolzano. È il quadro sommario che esce dai primi dati definitivi 2018 e 2019 forniti dall’Istat riguardo al censimento permanente della popolazione.

 

Stranieri, nuova linfa

 

La popolazione censita in Italia al 31 dicembre 2019, dice l’istituto nazionale di statistica, ammonta a 59 milioni e 641.488 residenti. Sono circa 175mila persone in meno rispetto al 31 dicembre 2018, pari a -0,3%, ma il totale risulta sostanzialmente stabile nel confronto con il 2011 (anno dell’ultimo censimento di tipo tradizionale), quando si contarono 59 milioni e 433.744 residenti (+0,3%, per un totale di +207.744 individui).

In Trentino Alto Adige risultano un milione e 74.034 residenti al 31 dicembre 2018, 4.628 in più del primo gennaio dello stesso anno.

 

A livello nazionale, il lievissimo incremento di popolazione rispetto al 2011 è da attribuire secondo l’Istat “esclusivamente alla componente straniera”. Nel periodo 2011-2019 la popolazione di cittadinanza italiana è diminuita di circa 800mila unità (-1,5%) mentre i cittadini stranieri sono aumentati di circa 1 milione (+25,1%), senza considerare che sono più di 1 milione le acquisizioni di cittadinanza nel periodo 2012-2019 e che già al censimento del 2011 i cittadini italiani per acquisizione erano quasi 700mila.

Il comune più grande è Roma con 2,8 milioni di abitanti, mentre quello più piccolo è Morterone, in provincia di Lecco, con 30 abitanti.

 

Come siamo invecchiati

 

Il Paese continua a invecchiare. Tutte le classi di età sotto i 44 anni vedono diminuire il proprio peso relativo rispetto al 2011 mentre aumentano molto le persone dai 45 anni in su che passano dal 48,2% del 2011 al 53,5% del 2019.

 

L’età media si è innalzata di due anni rispetto al 2011 (da 43 a 45 anni). La Campania, con 42 anni, è la regione con la popolazione più giovane, seguita da Trentino Alto Adige (43 anni), Sicilia e Calabria (entrambe con 44 anni). La Liguria si conferma la regione con l’età media più elevata (49 anni). Anche nel 1951 la Campania e la Liguria erano la regione più giovane e quella più vecchia ma, per entrambe, l’età media risultava più bassa di 13-14 anni rispetto a quella registrata nel 2019.

 

Lavoro

 

Quote di occupati sopra la media nazionale (45,6%) si rilevano nelle regioni del Nord e del Centro. Le percentuali più elevate sono quelle del Trentino-Alto Adige (55,6%) e di Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia, con valori compresi tra il 51,7% e il 51,0%. Livelli più bassi si registrano principalmente nel Mezzogiorno, soprattutto in Campania (37,3%), Calabria (36,5%) e Sicilia (34,9%).

Anche se di poco, aumenta la quota di donne occupate. Se nel 2011 la componente femminile rappresentava il 41,8% degli occupati (9.621.295), nel 2019 sale al 42,4%. La maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro è confermata dalla variazione intercorsa tra il 2011 e il 2019 che è stata per gli uomini pari a +1,7% (+233.895 unità) e per le donne di +4,3% (+410.736).

 

Alto Adige primo per occupazione femminile

 

A livello regionale è il Trentino-Alto Adige a detenere il primato, con 49,3 donne occupate su cento (52,9% nella Provincia autonoma di Bolzano e 45,9% in quella di Trento). Ci sono poi altre undici regioni, principalmente del Nord e del Centro, in cui i valori sono superiori al dato nazionale (37,4%): tra queste spiccano Valle d’Aosta (45,8%), Emilia-Romagna (44,5%) e Veneto (43,1%). I tassi di occupazione femminile più bassi si registrano invece in Sicilia (25,3%), Campania (26,6%), Puglia (28,1%) e Calabria (28,4%).

 

Diplomi, il record di Tires

 

Nel 2019 in tutta Italia aumentano le persone in possesso di titoli di studio più elevati rispetto a otto anni prima. In particolare, si contano quasi 36 diplomati (31 nel 2011) e 14 laureati (11 nel 2011) ogni 100 cento individui di 9 anni e più mentre i dottori di ricerca passano da 164.621 a 232.833, con un incremento pari a più del 40%.

Considerando i diplomi di istruzione secondaria, il comune di Tires, in provincia di Bolzano, ha la quota più elevata di persone che hanno conseguito un diploma dopo la licenza media (56,5%) seguito da Rosazza (Biella) e Moncenisio (città metropolitana di Torino) (55%).