Society | La rivelazione

Ricomincio da capo

I bolzanini dicono che non c’è più la Bolzano di una volta ma in realtà siamo imprigionati in una bolla spazio temporale. Proprio come nel film Ricomincio da capo
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Bolzano inquinamento luminoso
Foto: Nick Preda/ Flickr

Groundhog day (in italiano ricomincio da capo) è un film in cui uno straordinario Bill Murray si trova in una cittadina di provincia americana e ogni giorno rivive lo stesso giorno. Da quando è andato in onda la prima volta, correva l’anno 1993, a Bolzano succede sempre la stessa cosa. La città è precipitata in una bolla spazio temporale in cui gli stessi eventi si ripetono con la precisione dell’orologio del campanile di Zurigo. Eppure la maggior parte dei bolzanini non se accorgono perché continuano a dire che non c’è più la Bolzano di una volta.

Io invece sono qui per dimostrarvi che la città è sempre la stessa.
Uguale uguale. Proprio paro paro.

Ne ho avuto la conferma definitiva pochi giorni fa quando un quotidiano della città ha pubblicato un’intervista all’ingegner Paolo Daloli in cui si parla del raddoppio dell’arginale e della Statale 12 per togliere traffico da via Roma  Esattamente come negli anni 90. Leggendo quelle poche righe ho finalmente realizzato che siamo imprigionati in un circolo vizioso, destinati a rivivere gli stessi eventi che abbiamo già vissuto mille volte.

È un po’ che nutro questi sospetti. Ho iniziato a maturarli quando alcuni amici che non vedevo da anni mi hanno proposto di aderire ad un comitato contro l’aeroporto. Ma non l’avevamo già fatto gli ho chiesto?

Poi è arrivata quella col cane che vuol salvare il Virgolo dalla speculazione dei privati. E lì il flashback ha iniziato a diventare insistente. Come se non bastasse la sera al Tg ho visto che gli autotrasportatori si lamentavano che l’Austria aumenta i pedaggi, chiude i passi e che c’è una coda di tir da Vipiteno fino a Campogalliano.

Una buona dormita aveva spazzato via quelle fastidiose sensazioni di deja vu ma poi al mattino ho aperto il giornale e ho visto che si parlava di Berlusconi candidato alla presidenza della Repubblica per il centrodestra. Mi è andato di traverso il caffè e ho iniziato a tossire come un minatore della prima rivoluzione industriale affetto da silicosi. Il bar si è svuotato e a me è rimasto un grande senso di smarrimento.

Ho vagato come un fantasma per giorni. A riportarmi alla realtà ci hanno pensato due studenti del liceo che, sorridenti, mi hanno chiesto di firmare una petizione a favore della scuola bilingue.

Non può essere una coincidenza. Così ho deciso di iniziare un’indagine.

Prima tappa: il parco della stazione dove trent’anni fa si comprava la droga. Volevo proprio vedere se c’erano ancora Sprizzo e Buco. Ed erano esattamente li dove dovevano essere: accasciati su una panchina, strafatti di eroina. C’era anche Ciccio Cavei che mi ha chiesto se mi serviva un ventello di fumo. Di nascosto mi ha allungato un pacchettino di carta stagnola che successivamente ho fatto analizzare dal gommista dei Piani il quale mi ha confermato che era proprio un copertone sminuzzato e reimpastato con olio motore. Proprio come una volta.

A quel punto ho chiamato in Comune per denunciare la situazione di degrado e mi ha risposto Caramaschi, al solito era l’unico in ufficio dopo le 17.  Manco a dirlo era incazzato come una faina perché in piazza Erbe i giovani fanno troppo casino e due dei quattro residenti hanno costituito un comitato. Non può essere, ho pensato.

Allora mi sono fiondato in edicola ho comprato il giornale per guardare la data e c’era effettivamente scritto gennaio  2022. In basso però c’era un titolo del tipo: Congresso Pd, battaglia sul regolamento. Non potrei dire esattamente cosa ho letto, i medici mi hanno raccontato che ho avuto uno svenimento e la memoria è piuttosto confusa. Ricordo vagamente che si diceva che i big del partito volevano un segretario giovane, non ricordo se lo soprannominavano Nutella o Sciaboletta, per poterlo manovrare meglio. Poi annunciavano anche che Bizzo e Randi avevano aderito a un altro partito. L’ultimo sprazzo di memoria è una fotografia di Urzì che se la prendeva con l’Svp perchè voleva abbattere l’ex Pascoli per farci il polo bibliotecario trilingue.

Al momento del risveglio, in ospedale, la prima cosa che ho sentito sono state le voci di due infermiere che parlavano della mancanza di medici e di quanto fosse ormai assurdo chiedere la proporzionale in sanità. Di nascosto ho lasciato il reparto psichiatria e ora scrivo queste righe da un luogo segreto. La galleria sotto  il Virgolo.

In realtà è già stata realizzata ma qualcuno lassù teme che, se entrerà in funzione, la città uscirà finalmente da questa bolla in cui è rimasta  imprigionata.