“Papà Paolo mi ha insegnato a lottare”
Martedì prossimo, 21 marzo, in occasione della Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti di tutte le mafie la città di Bolzano ospiterà Fiammetta Borsellino, figlia del giudice ucciso dalla mafia trent’anni fa a Palermo. Durante la mattina, Borsellino incontrerà le studentesse e gli studenti delle scuole altoatesine e trentine, mentre nel pomeriggio, al Teatro Cristallo di Bolzano, verrà ospitato un incontro, moderato dal magistrato Giuseppe Spadaro, nell’ambito delle iniziative dedicate al tema della legalità e della giustizia promosse dall’istituto.
Sarà una testimonianza forte, quella di Fiammetta, che ha trasformato il dolore di una figlia in impegno costante per celebrare la memoria del padre.
Nel 1992 si trovava in Thailandia, a cercare un po' di distrazione da quella fatta di scorte armate e minacce, quando lo scoppio dell’autobomba in via d’Amelio cambiò la sua vita per sempre.
Queste qualità caratteriali l’hanno aiutato in vita ad affrontare di petto qualsiasi cosa minasse il suo ideale di società pulita e trasparente
“Amo ricordare di mio padre quella sua incredibile capacità di non prendersi mai sul serio ma al tempo stesso di prendersi gioco di taluni suoi interlocutori – aveva dichiarato in una delle sue interviste - Queste qualità caratteriali l’hanno aiutato in vita ad affrontare di petto qualsiasi cosa minasse il suo ideale di società pulita e trasparente e ne sono sicura lo avrebbero accompagnato ancora in questo particolare periodo storico, in cui l’illegalità e la corruzione continuano ad essere fenomeni dilaganti nel nostro paese”.
Lo ribadisce sempre, Fiammetta: è stato il padre ad averle fatto capire il reale significato della parola “vivere”, a insegnarle a “combattere per i propri ideali” per il raggiungimento dei quali, come disse più di una volta, in fondo “è bello morire”.
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