Politics | manifesti e vie

Alexander Langer: lasciamolo un po' in pace!

7 punti per un “cessate il fuoco” su Alexander Langer (e annessa toponomastica) tra candidate e candidati alle elezioni comunali di Bolzano/Bozen.
  1. Alexander Langer – come ogni figura storica significativa – è patrimonio di tutte e tutti noi, certo. Ma nel momento in cui il manifesto di un partito si “appropria” del suo messaggio, è buona norma non restringerlo a degli “eredi autorizzati”. Nel caso specifico, autoproclamarsi il soggetto politico che continua “in ciò che era giusto” (ergo: non come gli altri). Usiamo più cautela, soprattutto citando persone i cui colleghi e familiari sono vivi e vegeti.

  2. Langer si tolse la vita: prima di compiere quel gesto, ci lasciò una moltitudine di scritti – parte dei quali raccolti sul sito della Alexander-Langer-Stiftung – ricchissimi di spunti, suggestioni, proposte concrete. “La conversione ecologica potrà affermarsi soltanto se apparirà socialmente desiderabile” sarebbe un punto programmatico ben più azzeccato. Rileggiamo quei testi, anziché focalizzarci su un biglietto scritto a mano prima di suicidarsi.

  3. Citare Langer va di moda! Lo citano Veltroni, Vendola, Boldrini, Civati e persino Renzi, Maroni, Fini e Biancofiore, per non dire gli intellettuali. Insomma, Langer è bipartisan, ma a tutto c'è un limite. Non proprio tutti sono “langeriani”, addirittura chi voleva ripristinare nei treni una “terza classe per extracomunitari” (tipo Claudio Degasperi). Un po' di onestà intellettuale non guasterebbe: mica l'ha ordinato il medico di essere “langeriani”.

  4. Langer era un uomo, ma molte sue contemporanee meritano di essere ricordate quali illustri nostre concittadine. Quest'anno, oltre al 20esimo anniversario dalla morte di Langer a Firenze, cade il 30esimo dall'improvvisa scomparsa di Andreina Emeri. Bolzano le ha già intitolato una via, dopodiché si torna a parlare solo di Langer. Peccato (e un po' maschilista).

  5. Intitolare piazza della Vittoria ad Alex Langer, significa usarlo come una spada verso chi è contrario al cambio di nome della piazza, maggioranza o minoranza che sia. Non esattamente quel dialogo costruttivo praticato da Langer con quanti non la pensa(va)no come lui, e un'imposizione che rende vana l'opera di storicizzazione del Monumento ed è contraddittoria rispetto all'idea “Langer è di tutti” (perché così diventa di una parte soltanto).

  6. Intitoliamo piuttosto a Langer la “piazza Alexander Langer” della Volxfesta, ovvero il piazzale delle feste sui Prati del Talvera (che il prossimo 25 aprile ospiterà il “concertone” antifascista “SKAteniamoci”): è immersa nel verde, vicina a un ponte ciclabile, a pochi passi dalla residenza bolzanina della famiglia Langer in via Castel Roncolo. Ed è uno spazio vissuto.

  7. Ci sono vie dal nome ancor più odioso: ad es. via generale Luigi Cadorna. Attorno a una sua ridenominazione si potrebbe (il condizionale è d'obbligo) creare un consenso più ampio. Avrei una proposta: Ernesta Bittanti-Battisti, vedova del trentino Cesare Battisti, convinta antifascista, salvò dallo sterminio decine di ebrei e dopo il secondo conflitto mondiale si spinse a chiedere l'autodeterminazione per i sudtirolesi. Chi potrebbe dirsi contrario?