Society | Rassegna stampa

Destra e sinistra, i fronti interni

Le tensioni nel Pdl sono già esplose con la fuoriuscita di Vezzali e Tagnin, nel Pd continua il dibattito dopo le critiche espresse dal sindaco Spagnolli.
„The Day Before Yesterday“
Foto: Luca Meneghel

La politica italiana locale è una storia di divisioni. “Destra in frantumi, Vezzali cerca alleati” e “Costa: mai considerata la candidatura di Spagnolli” titola l’Alto Adige; “Salghetti avverte: ‘Il Pd deve rinnovarsi’” titola invece il Corriere dell’Alto Adige. Nel centrodestra è ricominciato il valzer dei nomi e delle possibili alleanze, degli addii e delle ricomposizioni. Dopo la rottura con la leader Biancofiore, Maurizio Vezzali è attivissimo: “reclutato” un big come Mario Tagnin, estende ora la sua nuova offerta politica ad altri esponenti Pdl e tesse il filo del dialogo con Alessandro Urzì (Alto Adige nel cuore) e Donato Seppi (Unitalia). Nel centrosinistra invece il focus del dibattito è la rinuncia al simbolo Pd e il tentativo di arrivare a un’aggregazione di forze più ampia proposta dal primo cittadino di Bolzano Luigi Spagnolli e ora appoggiata dal suo predecessore Giovanni Salghetti Orioli che – in un’intervista concessa al Corriere dell’Alto Adige – dichiara: “Credo che il Pd avrebbe bisogno di un rinnovamento, sia a livello nazionale che locale, perché si sta verificando un distacco con la base. Si ripropongono schemi ormai superati, non in linea con le aspettative della popolazione. Spagnolli cercava di allargare gli orizzonti, avviando un confronto con altre forze, che invece rischiano di venire viste sempre e solo come avversarie”. Di tutt’altro avviso il vicesegretario del partito Carlo Costa. “Lasciare Bolzano senza sindaco sarebbe stato un azzardo imperdonabile. Non abbiamo mai preso in considerazione che Spagnolli si candidasse” dichiara all’Alto Adige. E ancora: “L’assemblea provinciale chiede autonomia rispetto a Roma, ma restando in rete con il Pd trentino e nazionale. Rinunciare al nostro simbolo sarebbe complicato”.