Environment | Trasporto pubblico

Sasa, fra contraddizioni e priorità (1)

I bus “ibridi” di Sasa sono a gasolio. E il "Piano Clima"? Nello sciacquone. I dubbi sulla flotta rimangono intatti con l’elettrico che potrebbe essere fatale al tram...
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Foto: Rai TGR

Nella tradizionale conferenza stampa di Sasa (*) è saltato fuori ciò che avevo già evidenziato da tempo, ossia che i bus ibridi, su cui il presidente Sasa si era già “scoperto” ad inizio aprile 2018, sono mezzi con motore diesel e con una pseudo-giustificazione tecnica che fa sorridere (minore inquinamento in frenata e ripartenza…), anche perché una novità non lo sono proprio.

Fra i principali difetti, consumi reali che sono molto influenzati dal clima freddo (riscaldamento) e caldo (condizionatore), il peso maggiorato del veicolo, la minor potenza del motore e la minore capacità di carico. Sono, a ben vedere, le stesse motivazioni che sono sempre state riportate per giustificare le scelte contro i bus a metano, che però costano di meno. Si vedrà la bontà di questa scelta, per me irrazionale e costosa, come spiegherò più avanti e, soprattutto, non comprendo come l’abbiano potuta approvare i soci di Sasa, questo sì un mistero.

Non ho idea se alla conferenza stampa siano state poste domande su come oggi si possano comprare bus a gasolio, anche se ibridi. Peraltro la notevole presenza di bus ibridi a gasolio nelle flotte tedesche, ad esempio, è dovuta a generosi contributi pubblici che ne hanno favorito la diffusione a danno di trazioni alternative come i bus GNC. Forse si sarebbe dovuto sentire Trentino Trasporti che di bus ibridi ne aveva acquistati nel 2012, ma poi la società trentina non ne ha più presi. Ci si è almeno informati a Trento sulla loro esperienza in merito? Ne dubito fortemente. Due campanili che non si parlano.

Bus elettrici, sperimentazione costosa. Potrebbero affossare il tram?

Ovviamente gran pavese sui media in lingua italiana (leggasi qui, qui e qui), in particolare sui bus elettrici ma preferisco non esprimermi vista una certa suscettibilità isterica di “qualcuno” ma i fatti dell’euforia elettrica si scontrano con dati concreti. Unica voce un po’ critica l’editoriale in prima pagina sul principale giornale in lingua tedesca.

Se il bus elettrico avrà successo non si sa, si tratta in effetti ancora di una “sperimentazione”, e a tutt’oggi i costruttori pare non riescano a stare dietro alle richieste (ad esempio, il caso della BVG a Berlino) create da un clima euforico che taluni reputano pure “teleguidato” da fuori i confini europei.

La domanda che ci dovrebbe porre è un’altra ed è pure assai scomoda. Se già i bus a idrogeno sono apprezzati da utenti ed autisti e non sono altro che bus elettrici, il rischio concreto è che, a confronto di costi, gli e-bus sono davvero un’alternativa quasi a “basso costo” che potrebbe fare ampiamente “le scarpe” al tanto declamato progetto del tram.

Infatti, non si capisce come si possano spendere 140 milioni di Euro per un’unica linea e con una decina di tram (ipotizzo, visto che, tragitto a parte, nulla si sa di più) con i quali, ai costi attuali si potrebbero acquistare ben 200 e-bus da 18 metri. Con questo banale dato, come si fa ad essere per logica pro tram? E tra l'altro un'ampia rete di bus elettrici, forniture permettendo, potrebbe essere realizzabile in tempi ben più brevi rispetto alla Straßenbahn.

Piano Clima: è roba seria o si applica solo quando fa comodo?

Torno ai (fantasmagorici) bus ibridi a gasolio. A cosa serve il Piano Clima 2050? Se questi bus, ripeto con motore diesel, rimarranno in esercizio almeno 10 anni, quindi fino al 2029, come si pensa di rispettare quanto previsto nel punto 3.5.5.2 del papiro climatico:

Entro il 2025 nelle zone urbane saranno utilizzati unicamente veicoli del TPL a zero emissioni (azionamento elettrico, a idrogeno, a metano) e anche nel trasporto extraurbano sarà rafforzato l’impiego di simili tecnologie, procedendo poi alla sostituzione totale della flotta di veicoli entro il 2050.

Qualcuno ha il coraggio finalmente di rispondere a questa evidente contraddizione? Il Piano Clima è una cosa seria oppure un menù à la carte applicabile quando si ha voglia?

(segue...)

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(*) Non ho avuto notizia della conferenza stampa ma si è fatto in modo da un po’ che l’estensore di queste righe non venga a sapere di questi appuntamenti mediatici temendo evidentemente domande scomode come a San Giacomo di Laives ed in un’altra occasione. Si ha forse timore del confronto e di domande scomode, forse perché si è a corto di spiegazioni?