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Staffler: "Non sono un Cavallo di Troia"

La difesa di Uwe Staffler, estromesso dalla segreteria del partito perché accusato di aver favorito la nomina di Elena Artioli a coordinatrice altoatesina di LiberalPD.

La bufera del caso Artioli esigeva una vittima, se non un responsabile, da ricercare qui a Bolzano. E visto che l'individuazione delle responsabilità talvolta si ottiene, se non è dimostrabile una colpa specifica, anche per semplice contiguità o contatto con un altro colpevole, Uwe Staffler, membro della segreteria provinciale del Pd e soprattutto cognato di Elena Artioli, deve essere parso un candidato eccellente.

Il quotidiano Alto Adige riportava stamani (16 giugno) la notizia in grande evidenza: “Staffler estromesso dalla segreteria Pd”. Il verdetto di Liliana Di Fede – drastico e inappellabile – è stato pronunciato per mail, una mail scritta a Staffler per giunta in tedesco (“Liliana parla un ottimo tedesco e spesso noi comunichiamo in quella lingua”, ci rivela Staffler) ma che al diretto interessato non è apparsa soddisfacente (più per il contenuto che per la forma). Per questo, ancora un po' scosso dall'intera vicenda, l'esponente della sinistra liberale ci tiene a puntualizzare alcune cose e soprattutto lancia un messaggio preciso: “Anche se sarò costretto, come pare, ad abbandonare la segreteria, continuerò a lottare per rinnovare ed aprire il partito. Proprio la vicenda di cui sono protagonista mette in evidenza che si tratta ormai di una necessità impellente”.

“Intanto – comincia a scaldarsi Staffler – mi piacerebbe conoscere i veri motivi della mia estromissione. Io sinceramente faccio fatica a capirli fino in fondo. Mi si accusa di essere il Cavallo di Troia, quello che avrebbe favorito la nomina di coordinatrice della Artioli a rappresentante dell'associazione LiberalPD in Alto Adige, ma la faccenda è ben più complessa di quello che si vorrebbe far pensare”. Staffler ricorda come è iniziato l'avvicinamento di Artioli a questa associazione. “Un giorno Elena mi ha detto di aver bisogno di un avvocato, possibilmente attivo a Roma, che potesse darle una consulenza legale. Allora le ho suggerito Gianfranco Passalacqua, che è anche il Vice Segretario Generale di LiberalPD. I due si sono conosciuti e in quell'occasione lei avrà confidato a Passalacqua la sua ammirazione per Renzi. Da cosa nasce cosa, dato che l'associazione stava cercando di aprire nel nostro territorio un circolo, avranno pensato che lei potesse essere la persona giusta. E così è avvenuta la nomina. Io ho solo favorito il contatto, poi le cose si sono evolute in modo spontaneo”.

Staffler dichiara di essere sempre stato consapevole che una nomina del genere avrebbe sollevato proteste all'interno del partito. Ma in un certo senso difende anche quello che è accaduto, perché è convinto che la reazione del partito, o per meglio dire di una “certa parte del partito”, dimostra che una scossa del genere sarebbe più che opportuna. Se alla fine ciò non rappresenta una parziale ammissione di responsabilità è perché secondo Staffler bisognerebbe parlare piuttosto di merito. “Il nostro partito, soprattutto in Alto Adige, è troppo chiuso, oserei dire asfittico. Abbiamo 700 iscritti e regole severissime per il tesseramento, che valgono solo qui. Chi ha fatto politica in un altro partito o movimento, per dire, è messo in uno stato di quarantena che in certi casi può durare per ben due legislature. Ma in questo modo tutto rimane bloccato, non è possibile sfruttare le risorse che vengono dalla società e, soprattutto, si dà per scontato che certe storie politiche devono essere viste come fossero scolpite nella pietra. Io lo trovo inaccettabile e se c'è stato bisogno di un caso Artioli per far scoppiare questo bubbone forse non è un male che sia accaduto”.

Il bubbone è scoppiato, secondo Staffler, perché l'ala conservatrice, evidentemente rappresentata dalla Di Fede, non ha il coraggio di affrontare “il mare aperto” del mutamento. Quel mutamento portato in modo dirompente da Matteo Renzi ma che molti, nello stesso Pd, si rifiutano di accettare. Posto davanti all'estromissione dalla segreteria, Staffler fa comunque buon viso a cattivo gioco e ribadisce che non intende rassegnarsi. “Io ho dato tantissimo a questo partito e non ho intenzione di mollare proprio ora, quando il vento del nuovo sta spazzando via l'odore di chiuso che si respira nelle nostre stanze. Ho intenzione di battermi per fare arrivare Renzi, lo spirito che egli interpreta, anche a Bolzano. E ci riusciremo”.

Per sintetizzare la vicenda con una immagine: il Cavallo di Troia si sente piuttosto un nobile destriero sul cui dorso si è posata per il momento (e per poco) l'amazzone sbagliata. Intanto il nome di Artioli continua a figurare sul sito di LiberalPD come quello relativo alla “coordinatrice” per l'Alto Adige. Lei, dunque, conserva un posto che nessuno qui a Bolzano è disposto a riconoscerle. Se l'estromissione di Staffler dalla segreteria spaccasse sul serio il partito (“Non tutti in quell'organo sono contro di me”) la pagina chiusa in fretta e furia potrebbe riaprirsi? Come si dice in gergo: sono attesi sviluppi. 

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Andrea Terrigno Thu, 07/17/2014 - 09:31

Di democrazia se ne vede ben poca in giro, soprattutto quando la gente parla e fa a carte coperte e si esprime in politichese (linguaggio ipocrita) per drizzare le storpiature commesse. Se il Staffler (politico) consiglia all'Artioli (politica) il Passalacqua (politico), i conti son presto fatti. Non stiamo a nasconderci dietro a un dito, suvvia. Ma si sa che mancano gli attributi nel mondo della politica italiana. Per colpa di una logica perversa chi ha un briciolo di coscienza si dimette non appena vi è il sospetto di aver agito più per ragioni private che per il bene comune, mentre chi non si fa scrupoli resta attaccato alla poltrona (o ne cerca un'altra, come si nota nel caso dell'Artioli.).
Che tristezza...

Thu, 07/17/2014 - 09:31 Permalink