Solland, cresce la protesta operaia

Avevano dichiarato che avrebbero fatto qualsiasi cosa fosse nelle loro possibilità per non perdere il lavoro e così stanno facendo gli operai della Solland Silicon di Sinigo. Erano circa in 100 ieri, 15 settembre, a manifestare davanti alla sede dell’azienda, il reparto policristallo ceduto dalla SunEdison alla Pufin Power dell’imprenditore irpino Massimo Pugliese. Si sentono ingannati i lavoratori della Solland che da luglio non ricevono gli stipendi, né i contributi Inps e Laborfonds, senza contare che molti di loro sono in cassa integrazione da tre anni. Hanno posto fiducia nella Solland, dicono, convinti che sarebbero stati tutelati, del resto “è un soggetto che ci è stato presentato dal Ministero che non poteva non sapere in che situazione si trovasse l’azienda”. I 10 milioni con cui è stato acquistato il reparto policristallo sarebbero ancora da versare, pur avendone percepiti già 8 come incentivo per il rilancio della produzione che evidentemente non è arrivato.
Nel frattempo il colosso cinese Trina si sarebbe ritirato dalla trattativa per acquistare la Solland Silicon lasciando spazio, pare, alla Panmed, azienda di base in Giordania che entrerebbe in società con la Solland come socio di minoranza, con una quota di 10 milioni di euro. Ma i rappresentanti sindacali non ci credono, e si dicono pronti a chiedere il fallimento qualora non venissero liquidate le spettanze entro metà ottobre. In questi giorni dovrebbero arrivare gli acconti sui salari arretrati, 500 euro, una cifra troppo esigua per gli operai, 157 in tutto, che stentano a vedere una via d’uscita da questa precaria situazione. Venerdì prossimo, intanto, è previsto un incontro per chiedere l’intervento della Provincia sotto forma di sostegno economico per i lavoratori. Il 1° ottobre, poi, ci sarà invece l’incontro a Roma di azienda e sindacati con il ministero dello sviluppo economico.
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