Un'operazione di cataratta in Alto Adige costa il doppio
Come per tutte le Aziende sanitarie una voce notevole di costo è rappresentata dai pazienti che decidono di farsi curare fuori regione (o fuori provincia in Trentino-Alto Adige). Un dato che può essere interpretato in molti modi: libertà di scelta da parte dei pazienti, maggiore vicinanza di ospedali che si trovano in altri territori, scelte particolari di specializzazione. Nel peggiore dei casi può essere visto come una sorta di “sfiducia” nei confronti del sistema sanitario locale.
Martedì 15 settembre in Consiglio provinciale a Trento il consigliere Upt Pietro De Godenz ha posto all'assessore alla salute Luca Zeni una domanda a risposta immediata sull'organizzazione sanitaria trentina, con particolare riferimento agli ospedali periferici di Tione e Cavalese.
Zeni ha ricordato che dal 2008 al 2013 i trentini che sono andati a curarsi fuori provincia sono scesi da 14mila 993 a 12mila 839. Il saldo negativo sul piano finanziario è dovuto però alle tariffe ospedaliere di Asdaa, l'Azienda sanitaria dell'Alto Adige.
Zeni ha lamentato (dal minuto 5 del video che si può vedere sotto) che la politica tariffaria sudtirolese preveda costi maggiori rispetto agli standard decisi fra regioni: +30% per gli interventi al ginocchio, +40% per le protesi d'anca, +75% per parti normali, addirittura +100% per l'intervento di cataratta.
«Abbiamo preso contatto con i tecnici del Ministero della salute e delle finanze – spiega Zeni – sottolineando come le tariffe non possano essere superiori rispetto agli standard previsti».
Intanto procede il cammino di aggiornamento e cambiamento della sanità trentina, ripreso anche dai media nazionali, come nella sperimentazione delle direttive anticipate di trattamento. Un paziente potrà indicare al personale cosa fare in tema ad esempio di nutrizione artificiale, idratazione artificiale, trattamento emodialitico, somministrazione di sangue intero.
Da qualche settimana inoltre si sta cercando di far sì che i trentini beneficino di più dell'organizzazione che vede il sistema provinciale come un “ospedale unico” con 7 strutture dislocate sul territorio: Trento al centro che attrae le emergenze ed i casi più gravi, quindi Rovereto, Arco, Tione, Cles, Cavalese, Borgo. Per alcuni interventi chirurgici verranno proposte infatti più date in più località, in modo che i pazienti possano decidere in base alla data ed alla distanza.