Society | L'iniziativa

“È ora di metterci in gioco”

Va in scena domani, 17 settembre, a Brunico, il Festival “Roots & Wings”. Da Col (Diverkstatt): “Fondamentale la matrice antirazzista dell’evento”.

Gli infaticabili ragazzi di Diverkstatt colpiscono ancora. L’associazione culturale o come la definisce significativamente il suo presidente Gianluca Da Col “un collettivo in movimento”, ha organizzato, in collaborazione con UFO Bruneck, il primo Festival per Comunità e Solidarietà “Roots & Wings” che si terrà domani, sabato 17 settembre, a Brunico con inizio alle 10 fino all’una di notte. Il programma, luculliano, prevede fra le altre cose, mostre di artisti sudtirolesi, teatro con i burattini, uno skate-contest, e tanta musica con, fra gli altri, gli Homies 4 Life, JokerFace - Ska from the alps e Sine Frontera (il programma in dettaglio sulla pagina Facebook dell’evento). Ci saranno anche una serie di associazioni - con i loro stand - che hanno partecipato alla realizzazione dell'iniziativa, dalla youngCaritas all’Af Zack di Bressanone, “è una festa per tutti, famiglie, bambini, giovani - spiega Da Col -, l’obiettivo è quello di una risocializzazione attraverso l’utilizzo e il riutilizzo di alcuni beni comuni come in questo caso il centro giovanile UFO e quello di mostrare quanto è variegata la nostra comunità”.

Il progetto, sul quale gli organizzatori hanno lavorato un anno, è sostenuto finanziariamente anche dal Comune di Brunico e dalla Comunità comprensoriale. “Le attività offerte - prosegue il giovane presidente di Diverkstatt - saranno tutte gratuite, a parte il concerto serale che avrà un costo simbolico di 5 euro, perché le spese sono state molte”. Nella preparazione dell’evento sono stati coinvolti anche i centri di accoglienza di Brunico e Vandoies. I ragazzi dello Josefsheim di Brunico cucineranno cibo africano, mentre le donne del Fischerhaus di Vandoies acconceranno i capelli facendo delle treccine agli interessati. “Non ci interessa la spettacolarizzazione dell’accoglienza, vogliamo sottolineare piuttosto la connotazione antirazzista del Festival e dare un segno di discontinuità rispetto a quello che è il dibattito pubblico locale sull’immigrazione - afferma Da Col che recentemente lavora anche come operatore per l’associazione Volontarius -. Sul tema infatti c’è molta disinformazione e propaganda politica di basso livello, per raccattare voti si specula sulle vite della gente e si mette a rischio la coesione sociale della nostra comunità”.

lI nemico più insidioso da battere è il luogocomunismo imperante dei fomentatori seriali: “Le problematiche ci sono, è innegabile - prosegue il presidente dell’associazione -, ma è necessario impegnarsi in un discorso concreto e tecnico sul fenomeno migratorio, anche per aumentare la consapevolezza dei cittadini perché fra speculazioni politiche e ciò che spesso si legge sui social e sul web le falsità diffuse sono molte, come la ridondante bufala dei 35 euro al giorno, cifra che secondo molti finirebbe nelle tasche dei migranti. Occorre uscire dalla logica emergenziale, perché la collettività dovrà inevitabilmente occuparsi di questo tema per i prossimi 20 anni, ed è ora di trovare soluzioni concrete a problemi concreti”.

Altro argomento caro agli alfieri di Diverkstatt è l’annosa questione relativa agli spazi di aggregazione per i giovani. “Sempre meno persone hanno voglia di proporsi al fine di perseguire un obiettivo comune - osserva Da Col - e di ciò risente tutta la comunità, c’è bisogno di gruppi di giovani che si facciano avanti per cercare di far collimare realtà che non parlano fra di loro pur lavorando spesso a stretto contatto. È vero che mancano luoghi di incontro dove discutere e confrontarsi, anche a causa dei social che ci rinchiudono nella nostra individualità, metterci in gioco, come giovani, quindi è la sfida del nostro tempo, anche in Alto Adige”.