Imprenditori e commercianti: poco coraggio nella legge di stabilità

Per Assoimprenditori Alto Adige la legge di stabilità approvata ieri (15 ottobre 2013) dal governo italiano è "un timido segnale nella giusta direzione". Per il presidente Stefan Pan "ridurre le tassazioni sul lavoro tagliando la spesa pubblica improduttiva è il giusto principio da seguire, ma i circa 2,5 miliardi di euro previsti per ridurre il cuneo fiscale nel 2014 sono assolutamente insufficienti per avere un impatto significativo su imprese e famiglie".
Pan resta comunque ottimista per il futuro: "il governo ha dimostrato di aver capito quali sono le priorità da affrontare per il rilancio", ma resta convinto che ora però occorre "andare fino in fondo ed attuare con decisione quelle riforme senza le quali non potremo agganciare la ripresa". Il presidente degli imprenditori altoatesini si richiama all'esempio di paesi come Spagna ed Irlanda e riafferma che "adesso tocca anche allo Stato recuperare competitività rispetto agli altri Paesi”.
Più critico il commento di Unione Commercio Turismo e Servizi. Per i commercianti a fronte di grandi attese è invece cocente la delusione provocata dai contenuti del provvedimento del governo. In particolare giudicano risibile la decisione di ridurre la pressione fiscale per le imprese nei prossimi tre anni di un solo punto percentuale, dal 44,3% al 43,3%. Per l'Unione di Commercio in questo modo è impossibile la ripresa della crescita ed il giudizio dell'associazione di rappresentanza è molto duro anche nei confronti dei risparmi della spesa pubblica, di cui non vi sarebbe traccia.
Per i commercianti nell'attuale momento economico sarebbero invece necessarie riforme strutturali nella direzione dello sviluppo e dell'equità, a favore soprattutto di piccole imprese familiari e consumatori.
L'Unione Commercio auspica che nel percorso parlamentare che ora dovrà affrontare la legge di stabilità vi siano ancora i margini per dei correttivi che vadano nella direzione auspicata.