Society | Equal Pension Day

Un gap ancora aperto

Soprattutto le donne chiedono contributi per assistere figli e familiari non autosufficienti. La pensione di vecchiaia delle donne è quasi la metà di quella degli uomini.
Equal pension day
Foto: Equl Pension Day 2017

La disparità pensionistica tra uomini e donne. A questo tema è dedicato l’equal pension day, la giornata istituita per la prima volta nel 2014 dall’Alleanza regionale per le Pari Opportunità, celebrata oggi (16 ottobre) dalle 9.30 a palazzo Widmann.

“I dati regionali sono drammatici – ha esordito Violetta Plotegher, assessora regionale alla previdenza -. La differenza percentuale tra i salari medi di uomini e donne è del 10,9%, che si traduce in circa 3.620 euro annui. Il tasso di occupazione delle donne in età compresa tra i 25 e i 45 anni di età cala dal 63% al 50% dopo la nascita di un figlio. Quasi una donna su due rinuncia al lavoro dopo la nascita di un figlio. Interrompe il rapporto di lavoro per ragioni familiari il 22,4% delle donne, mentre solo il 2,9 % degli uomini. Tali differenze portano ad una povertà maggiore nelle donne rispetto agli uomini al momento della pensione”.

A livello regionale l’importo medio mensile di una pensione di vecchiaia è di 689 euro per le donne e 1.356 euro per gli uomini, le pensioni di vecchiaia sotto i 1.000 euro al mese concernono per l’82% le donne e per il 36% gli uomini, le pensioni di vecchiaia oltre i 2.000 euro mensili riguardano per il 18% gli uomini ed appena per il 3% le donne (Fonte: Osservatorio Inps sulle pensioni vigenti – anno 2017).

Plotegher ha poi sottolineato come nella stragrande maggioranza dei casi siano le donne a chiedere contributi per l’assistenza dei figli o di familiari non autosufficienti: nel 2017 su 976 richieste di contributi per i figli 958 sono state promosse da donne e 18 da uomini (nel 2016 su 1.039 richieste 1.026 erano delle donne e 13 degli uomini; nel 2015 su 953 richieste 943 erano delle donne e 10 degli uomini). Per quanto attiene ai contributo per l’assistenza di persone non autosufficienti, nel 2017 su 235 richieste di contributi 216 sono state avanzate da donne e 19 dagli uomini (nel 2016 su 256 richieste 236 provenivano da donne e 20 dagli uomini, nel 2015 su 204 richieste 191 erano delle donne e 13 degli uomini).

L’assessora regionale alla previdenza ha posto l’accento sull’importanza della condivisione del lavoro domestico ed ha ricordato a tale proposito lo sconfortante esito di un recente studio OCSE: l’Italia è al quarto posto tra i Paesi OCSE per il tempo medio dedicato dalle donne al lavoro non retribuito di cura dei figli, dei parenti e della casa: oltre 5 ore al giorno a fronte dell’impegno degli uomini in tale ambito che in media si attesta a soli 100 minuti al giorno.

"Il nostro è un Paese che non rispetta le donne ed i bambini"

“Esistono ancora enormi stereotipi da superare. Sono ancora pochi i padri che chiedono i contributi per l’assistenza di figli e persone non autosufficienti nonché i congedi per paternità. Il lavoro di cura ha un alto valore dal punto di vista sociale che deve essere riconosciuto. Nell’attuale sistema le donne sono penalizzate - afferma Plotegher-. Non si può però pensare risolvere la questione solo in termini di monetizzazione e di salario. In campo previdenziale si deve piuttosto puntare a misure strutturali e non episodiche. Sono necessari in particolare un intenso lavoro culturale e leggi che vadano nella direzione della riorganizzazione del mondo del lavoro, ora tarato sul modello del giovane uomo adulto con famiglia alle spalle che pensa a lui. Alla donna si chiede di adattarsi a questo paradigma, che non pone i figli al centro. La crescita armoniosa dei figli richiede stabilità e sicurezza. Il nostro è un Paese che non rispetta le donne ed i bambini”.

L’assessore provinciale alle politiche sociali Martha Stocker ha detto: “A livello nazionale l’innalzamento dell’età pensionabile ha sottratto alle donne 5 anni. Si deve pensare inoltre di tornare alla pensione minima. Dobbiamo convincerci noi donne a non lavorare in nero. In futuro avremo una situazione di grande povertà delle donne”.

In regione sono previsti interventi a sostegno dei versamenti contributivi in situazioni di difficoltà economica e familiare nonché un supporto in caso di omissioni contributive da parte del datore o datrice di lavoro.

Tra le misure a sostegno della previdenza obbligatoria e complementare annoveriamo altresì la copertura previdenziale dei periodi di assistenza ai figli, ai familiari non autosufficienti e in favore delle persone casalinghe.

Ha preso poi la parola la presidente di Pensplan Laura Costa che ha sottolineato il valore della previdenza complementare: “Già in giovane età ci si deve occupare del proprio futuro pensionistico. Con il sistema di calcolo retributivo la copertura previdenziale garantita dalla previdenza obbligatoria era dell’80%. Ora col sistema di calcolo contributivo non è più così, si è tutto ridotto. Fondamentale è informarsi. Noi abbiamo 123 sportelli in regione (57 in Alto Adige e 66 in Trentino; nel complesso ai Pensplan Infopoint lavorano 304 operatori, ndr). Offriamo molteplici servizi, tra cui la consulenza previdenziale per la valutazione della propria posizione, la raccolta delle provvidenze della regione e la visualizzazione delle posizioni di previdenza complementare”.

Pensplam Centrum organizzerà gazebi informativi il 27 ottobre a Trento in piazza d’Arogno dalle 11 alle 17 e a Bolzano in piazza della Mostra dalle 11 alle 16.

Dal 23 al 27 ottobre saranno distribuiti buoni per una consulenza gratuita presso Pensplan Infopoint.

E’ intervenuta la presidente della Commissione provinciale per le pari opportunità delle donne avvocata Ulrike Oberhammer: “Abbiamo bisogno di uomini che lavorino a casa, accudiscano i figli ed assistano gli anziani. Si deve inoltre costatare che in caso di separazione fra coniugi non sempre nel mantenimento delle mogli si tiene conto del lavoro di cura dei figli che grava soprattutto sulle donne. Si deve dare sostegno alle donne e orientare i giovani verso le scelte giuste”.

Ha concluso la conferenza la consigliera di parità della provincia di Bolzano Michela Morandini che ha rimarcato l’importanza di sensibilizzare su questa tematica: “Il primo passo da compiere è attivarsi subito e informarsi. Non si deve avere paura di affrontare questo non semplice tema, anche quando nella propria vita sono aperte ulteriori questioni economiche o problematiche di altra natura. Assicurate il vostro futuro”.

Il 28 ottobre dalle 10 alle 13 si terrà nella sala convegni del dipartimento di Economia dell’università di Trento il seminario Equal Pension Day, al quale interverranno Luisa Gnecchi, Linda Laura Sabbadini, Violetta Plotegher, Laura Costa.