Economy | Tra globale e locale

I Marines sul mezzo targato Iveco

Dagli Stati Uniti ok alla piena produzione del veicolo realizzato da Bae systems con l’Iveco di Bolzano. Le sfide globali e il contenimento della Cina nel Pacifico.
Marines, Iveco
Foto: Us Marine Corps

Le notizie apparse nei giorni scorsi sui media statunitensi specializzati - vedi Defense news - sono state riprese in Italia dall’ampia pagina di oggi, mercoledì 16 dicembre, del quotidiano Repubblica. Mentre la Us Navy, la marina a stelle strisce, scrive Gianluca Di Feo, ha deciso di raddoppiare le fregate Fremm commissionate a Fincantieri, il corpo dei Marines ha approvato la piena produzione per il mezzo di combattimento anfibio (in sigla Acv) richiesto all’inglese BAE Systems in partnership con Iveco Defense Vehicle (che ha sede a Bolzano).

Sono due contratti, precisa ancora Repubblica, che danno vigore alla strategia di Washington per affrontare le sfide globali, in particolare il contenimento della Cina nel Pacifico, e allo stesso tempo premiano le esportazioni militari italiane. Uno dei due tocca da vicino l’industria altoatesina che beneficerà delle royalties e del marchio di fornitore dei Marines, anche se la produzione dei mezzi anfibi avverrà negli impianti oltreoceano di BAE.

 

 

Il contratto con lo Us Marine Corps, riporta Defense news, vale 184 milioni di dollari. Il primo lotto di veicoli anfibi concepiti in collaborazione tra i due gruppi ammonta a 36 veicoli, ma si prevede che aumenterà fino a 72 unità all’inizio del 2021, con l’opzione per 80 unità all’anno in cinque anni. Il 13 novembre scorso il corpo ha dichiarato che l’Acv ha soddisfatto i requisiti di capacità operativa iniziale. La decisione di produzione a pieno regime era stata ritardata a causa di problemi legati alla pandemia di coronavirus.

 

 

“Quando l’Acv entrerà in servizio, fornirà soluzioni altamente avanzate per la conduzione di operazioni di guerra in mare e svolgerà un ruolo vitale nelle complesse e impegnative missioni del corpo dei Marines”, ha dichiarato John Swift, direttore dei programmi anfibi di BAE Systems, secondo quanto riportato dal sito americano.

La multinazionale dell’industria militare e dell’aerospazio, basata in Gran Bretagna, con il partner Iveco Defence Vehicles ha battuto la concorrente SAIC per il contratto di costruzione del veicolo dopo un periodo di valutazione nel giugno 2018. Quel contratto valido per un’opzione complessiva di 198 milioni di dollari ha permesso all’azienda di entrare nella produzione iniziale a basso costo con 30 veicoli previsti.

 

 

L’Acv in questione - un mezzo a otto ruote, che rispecchierebbe i desiderata dei Marines di un veicolo in grado di garantire la protezione dalle mine, operare con armi precise e letali, essere manovrabile e potente in acqua, negli sbarchi e a terra - secondo BAE offre una “capacità di protezione della forza tre volte superiore”. Il motore a sei cilindri da 690 cavalli lo rende in grado di raggiungere velocità di terra superiori a 55 miglia orarie. È anche progettato per fornire ai soldati “la flessibilità necessaria per affrontare ulteriori ruoli di missione e tecnologie future attraverso il suo design modulare”.

Una risorsa in più per il corpo (una delle sei forze armate della superpotenza assieme a marina, esercito, aviazione, space force e guardia costiera) che sta affrontando una revisione di ruoli e struttura sotto la supervisione del comandante, il generale “a quattro stelle” David Hilberry Berger. Meno marines (13.000 in meno entro il 2030 rispetto agli attuali 181.200 effettivi), scrive Rid difesa, rivista italiana specializzata in questioni militari, ma meglio armati (anche con i missili di nuova generazione). Questo l’obiettivo che riflette la nuova priorità americana rivolta al mantenimento della supremazia globale, a cominciare dal contrasto ai potenziali concorrenti in Asia. “Una forza con una maggiore mobilità e focalizzata nel ruolo di supporto alla marina nell’ambiente littoral”, è il ruolo delineato per i fanti di marina nei colli di bottiglia del Pacifico dove passa il commercio mondiale e si gioca - si sta già giocando, in realtà - la sfida militare tra Usa e Cina.