“Non si può morire di freddo”
"Chiediamo verità e giustizia per la morte di Mostafa". Con quest'appello, a pochi giorni dalla morte di un giovane cittadino egiziano a Bolzano Sud, Bozen Solidale e altre realtà dell'associazionismo nel capoluogo hanno indetto una manifestazione domani, 17 dicembre, alle 10:30 in piazza Università. "Chiediamo - aggiungono - l'immediata cancellazione della cosiddetta Circolare Critelli; la riapertura dei CAS (centri di accoglienza straordinaria) e degli SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati); la revisione del sistema di accoglienza per dare priorità a progetti di micro accoglienza (all'interno dei tantissimi appartamenti sfitti della città) e la progressiva eliminazione dei dormitori, ubicati in capannoni, che rappresentano un sistema emergenziale e al limite della dignità".
Morire di freddo a 19 anni, nella città più ricca d'Italia, è una vergogna senza fine.
"Mentre orde di turisti assaltavano i mercatini mandando in tilt il traffico della città", prosegue l'invito alla manifestazione, "Mostafa, un ragazzo egiziano di 19 anni, in cerca di una vita migliore, moriva di freddo, la notte tra giovedì 8 e venerdì 9 dicembre, in un accampamento informale ai margini dell'area urbana. Da mesi avvisiamo le istituzioni di riferimento che centinaia di persone dormono all'addiaccio; da mesi ripetiamo che l'inverno non è una sorpresa, soprattutto a Bolzano. Le liste per i pochi centri di accoglienza contano centinaia di persone in attesa di un posto in dormitorio". I pochi posti dove potersi riparare, spiega Bozen Solidale, "sono stati murati e sbarrati utilizzando la peggiore architettura ostile". Sgomberi a giacigli e insediamenti informali (136 da marzo a luglio di quest'anno, praticamente uno al giorno) e il DASPO rappresentano "una chiara volontà di espulsione delle marginalità e un sistema di deterrenza che lancia un messaggio chiaro: l'Alto Adige non accoglie".
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