La vetrina di Putin

Il recente caso di Vladimir Luxuria l'ha confermato (ma non ce n'era bisogno). Nella Russia di Putin è considerato reato parlare in pubblico dei diritti, degli amori e delle speranze dei cittadini gay. Reato di "propaganda", per la precisione, sufficientemente vago a garantire al giudice la possibilità di punire con pesanti multe (fino a 15mila euro) artisti, attori ma anche comuni cittadini colti ad esprimere un'opinione in pubblico sulla situazione degli omosessuali. Ma soprattutto mettere al bando o vietare preventivamente eventi, manifestazioni, concerti, che possano essere ritenuti "a rischio". Per le Olimpiadi di Sochi la peggiore delle vetrine.