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Quel dietrofront della Svp

Legge elettorale: la Volkspartei apre sul seggio dei ladini, le quote rosa, le firme e i candidati. Il disegno di legge di Alfreider preoccupa le opposizioni.
Landtag
Foto: Seehauserfoto

Non è scorretto affermare che la riunione fiume di ieri (16 febbraio) della 1a commissione legislativa sulla legge elettorale proposta da Sepp Noggler della Svp si sia conclusa con qualche vittoria sul campo per le opposizioni. Fra i punti più controversi, come ormai noto, le disposizioni sui ladini, sulle quote rosa e sul numero minimo di candidati, punti sui quali si è trovata infine una convergenza. Nello specifico quale clausola di garanzia per i ladini si prevede ora che, se nessun candidato ladino risulta eletto, il 35esimo posto in aula viene riservato al ladino che ha ottenuto più preferenze, a scapito dell’ultimo eletto della propria lista. Se in nessuna delle liste elette è presente una persona ladina, il seggio va al ladino con il maggior numero di preferenze tra le altre liste, a svantaggio dell'ultimo eletto della lista eletta col minor numero di voti.

In quanto alla rappresentanza di genere (per l’abolizione delle quote rosa si erano espresse Ulli Mair dei Freiheitlichen e Myriam Atz Tammerle di Südtiroler Freiheit) la commissione ha deciso di tornare alla vecchia regolamentazione, in base alla quale almeno un terzo dei posti in lista è da assegnare all'altro sesso; in caso contrario, i nomi in eccesso dell'altro sesso saranno cancellati, sulla base di un sorteggio, tranne nel caso in cui l’ufficio elettorale provinciale operi cancellazioni dalla lista per ineleggibilità. Il numero minimo di candidati è infine stato ridotto da 24 a 12 e il numero di firme necessarie per presentare una lista è stato abbassato da 500 a 400. “È già qualcosa”, commenta Brigitte Foppa dei Verdi.

“La disponibilità alla cooperazione da parte di maggioranza e opposizione è stata notevole”, ha detto la presidente della commissione Magdalena Amhof, potrebbe c’entrare anche il fatto che la Svp, come sottolineato da una parte delle opposizioni, non aveva di fatto un’unica linea circa la legge in questione. “Ci sono state alcune divergenze d’opinione, ma abbiamo raggiunto anche compromessi - ha aggiunto Amhof -, tutti hanno compreso l'importanza che la provincia di Bolzano abbia finalmente la sua legge elettorale”. Resta motivo di tensione, tuttavia, il disegno di legge costituzionale del deputato Svp Daniel Alfreider che, qualora dovesse ottenere il via libera in Parlamento, potrebbe, a dirla con Andreas Pöder (Bürgerunion), “sovvertire il sistema elettorale locale”.