No profit nei guai

Quel che vale per il turismo e l’agricoltura dovrebbe valere anche per il sociale. È questo il senso del messaggio delle organizzazioni no profit che chiedono una regolamentazione più semplice del pagamento per brevi incarichi di lavoro (della durata di una o poche settimane), “perché mentre Roma è riuscita a introdurre esenzioni per il turismo e l’agricoltura, così come per il sostegno alle famiglie, noi aspettiamo ancora”.
La richiesta, nello specifico, è di reintrodurre i voucher anche nel settore del sociale. Il motivo: rendere più facile retribuire il lavoro occasionale, e poterlo fare in modo flessibile e non burocratico. “Attualmente la mole di lavoro necessaria è enorme e i costi aggiuntivi sostenuti dall’abolizione dei voucher salariali due anni fa non sono sostenibili per le associazioni. Se i costi non saranno coperti da contributi provinciali a lungo termine non sarà più possibile offrire importanti servizi di sollievo alle famiglie”, è l’allarme lanciato dalla Federazione per il Sociale e la Sanità che si è quindi rivolta alla Provincia e ai parlamentari altoatesini per ottenere il prima possibile una risposta alle proprie istanze.
Se i costi non saranno coperti da contributi provinciali a lungo termine non sarà più possibile offrire importanti servizi di sollievo alle famiglie
Le organizzazioni che operano senza scopo di lucro sottolineano in una nota che la possibilità di un compenso per il lavoro occasionale è “estremamente importante, perché nel settore non profit molto viene fatto con l’aiuto dei volontari, ma non tutto: per esempio importanti servizi di assistenza, di aiuto e durante i periodi di vacanza non possono essere coperti esclusivamente da volontari non retribuiti. Esempi concreti vengono dall’assistenza domenicale o nei fine settimana per le persone con disabilità o il loro accompagnamento durante soggiorni: queste attività sono importanti perché di sollievo nella vita quotidiana dei genitori e delle famiglie, che altrimenti sarebbero costretti a fornire assistenza 24 ore su 24. Ma si tratta anche dell’assistenza dei bambini e dei giovani durante le attività estive”.
Come ricorda la Federazione il nuovo regolamento introdotto dal governo Gentiloni nel 2017 ha portato a notevoli spese burocratiche e finanziarie aggiuntive. Per un’associazione come la Lebenshilfe sono più di 100.000 euro all’anno di costi aggiuntivi che devono essere coperti, per AEB - Associazione Genitori di persone in situazione di handicap - e per AfB - Associazione per persone con disabilità fisiche - si tratta di pagare circa 40 persone per una o due settimane di attività, e i costi aggiuntivi ammontano a circa 25.000 euro all’anno, “un bel po’ di soldi, che devono essere coperti con risorse proprie, donazioni o contributi provinciali”, così la Federazione.
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