Palermo: "I referendum possono essere strumenti brutali"

“Gli stati sono costruzioni umane e come tali caduche”. Il senatore e giurista Francesco Palermo, in un editoriale pubblicato stamani (17 marzo) sull’Alto Adige col titolo "L'Ucraina, i referendum e i confini", commenta con disincantato realismo l’esito del referendum che comporterà con grande probabilità il distacco della penisola crimea dall’Ucraina e la sua annessione alla Federazione Russa.
Ciononostante, il dato relativo alla caducità della vita degli stati non impedisce a Palermo di giudicare in modo negativo i processi decisionali che si basano sullo strumento referendario, quand’esso è programmato al fine di produrre cambiamenti geopolitici: “Il referendum è lo strumento più brutale, rozzo e (ebbene sì) antidemocratico che si possa immaginare, almeno se usato da solo e basato sul mero principio di maggioranza. Il voto della Crimea ne è un esempio lampante. Su questioni cruciali come il cambio dei confini deve pronunciarsi anche il popolo. Ma non da solo e non a semplice maggioranza. Occorre prevedere maggioranze qualificate che garantiscano le minoranze interne al territorio, un percorso a tappe (come quello scozzese o, in passato, quello montenegrino) che possibilmente preveda il coinvolgimento della comunità internazionale prima, durante e dopo il voto”.
A fronte dei sommovimenti che anche in Europa stanno spingendo alcuni territori (la Gaugazia, la Scozia, la Catalogna) a chiedere il distacco dagli stati entro i quali essi sono attualmente inseriti, considerando che anche in Sudtirolo esiste una consistente aspirazione a promuovere l’indipendenza dall’Italia relativizzando il coinvolgimento della comunità internazionale, ritenendolo cioè meno significativo di iniziative plebiscitarie, il richiamo preoccupato di Palermo costituisce un importante spunto di riflessione.
Video: La valutazione di Francesco Palermo sul referendum avvenuto ieri (16 marzo) in Ucraina
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