Culture | Salto weekend

amazônia

La spettacolare mostra al MAXXI di Roma negli scatti del nostro fotografo Othmar Seehauser.
Salgado
Foto: (c) Othmar Seehauser

Per gli appassionati di fotografia è ancora possibile per pochi giorni - fino al 25 aprile - visitare al Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma la celebrata mostra del fotografo brasiliano Sebastião Salgado dal titolo amazônia.

Salgado è forse il più noto fotografo dei nostri tempi. Le sue immagini raccontano in maniera spettacolare ma senza traccia di sensazionalismo le tematiche più scottanti del presente, dalla condizione dei lavoratori agli effetti che l'economia di mercato ha sui paesi in via di sviluppo, fino alle pressanti tematiche ambientali. I suoi scatti trattengono un pathos che sembra trasformare queste immagini rubate alla realtà in paradigmi della condizione umana, dove i personaggi sono eroi del loro tempo ed i paesaggi teatro grandioso delle vicende umane, naturali e trascendentali.

La mostra presentata in anteprima a Roma è il frutto di un lungo lavoro. Per sei anni Sebastião Salgado ha viaggiato nell'Amazzonia brasiliana, fotografando le foreste e i loro abitanti. Il risultato è un allestimento di oltre 200 opere che ci immerge letteralmente nell'universo della foresta attraverso le immagini e un campionario di suoni creati da Jean-Michel Jarre, un paesaggio sonoro fatto di versi d'animali, il frusciare delle piante, o il fragoroso scrosciare delle cascate, che ci permette di calarci in questo fragile ecosistema.

 

 

 

La mostra è articolata in diverse sezioni tematiche che affrontano particolari aspetti come ad esempio le dimensioni della foresta, di cui ci si può rendere conto solamente osservandola da un aereo o un elicottero; un arazzo ordinato formato dal manto verde e ondulato, solcato cui e là dal sinuoso corso dei fiumi che lo attraversano; oppure i "fiumi volanti" che formandosi sopra la giungla si estendono densi di umidità su gran parte del continente sudamericano, e le nubi che sono parte integrante del paesaggio e regalano spettacoli continuamente diversi. La mostra racconta anche le montagne, che si stagliano quasi inattese sopra i bassopiani ricoperti di foresta, o le particolari formazioni di isole nell'arcipelago di Anavilhanas, formato dalle acque del Rio Negro.

In questo racconto una parte importante ha anche l'uomo, ovvero le comunità indigene che da secoli sono guardiane ancestrali della foresta amazzonica, proteggono la fragilità del suo ecosistema. La mostra mette infatti in evidenza come la foresta non abbia subito quasi alcun danno dove vivono gli indigeni, invitandoci così a riflettere sul nostro rapporto con la natura e gli altri suoi abitanti.

 

 

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