Culture | Arte pubblica

Lapidi e nuvolette

Il dibattito non è più di moda. L'eterno lamento, sì.
E, come si dice, non è prevista altra interazione se non l'applauso. Come ai funerali.
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Foto: Simonetta

Ho cercato a lungo la lapide di Gabriele Picco nella piazzetta del Palais Campofranco a Bolzano.

Non c'era più. 

Sulle riviste specializzate si legge: "Rimossa l'opera dopo poche ore per le minacce dei commercianti e i lamenti degli abitanti" (Artribune).

Artista sensibile e delicato, Picco. Presente nei più importanti musei del mondo. "Offende la religione".

Chi ha riflettuto sul suo significato?

Quelle al cimitero di Bulla rimarranno. 

L' ex voto al Santuario di Pietralba, dedicato ai martiri di via Rasella, anche. Belli fissi. 

Abbiamo al Museion la testa dell' imperatrice Sissi con pietre di quarzo "lacrime del passato". Anche una grande aquila di cui al momento non ricordo il titolo. Non manca chi si indigna per il graffito: "Corri, orso, corri" apparso sul muro del parco delle Semirurali. Imbrattamento.

Quest'ultima notizia mi riporta a un mio articolo di qualche tempo fa.

Ovvero: del silenzio dell'arte.

E dell'arte che si vuole silenziare.

Tra statue di legno raffiguranti lupi che disturbano i turisti spostate a Plan de Gralba. Turbano anche quelle.

E cani con il ciuccio che invece ai turisti piacciono molto.

Riporto il mio scritto:

-Leggo un interessante articolo dello storico dell'arte Christian Caliandro: "Dove è finito il dissenso nell'arte contemporanea?".

Già, mi chiedevo proprio recentemente, dov'è finito?

Riflettevo su personaggi come Caravaggio, o Modigliani, o Velasquez..

La presentazione de "La Trinità" di Masaccio, nella Firenze del 1400, a cui aveva partecipato tutta la popolazione, tra commenti e discussioni. 

Dal più umile contadino al gran signore.

Quale artista ci rappresenta, oggi? 

O rappresenta la mia città? 

E il valore artistico? Qual è? 

Posso io come cittadina esprimere un parere, sulle opere pubbliche?

Il dibattito non è più di moda, in arte e non. Il lamento costante, sì.

E, come dice giustamente Caliandro: "Sempre a proposito di discussione/dibattito: non è prevista altra reazione o interazione che non sia l’applauso".-

Come ai funerali, aggiungo.

O all'opera, rimossa, di Gabriele Picco.