Areale, quale futuro?

Le maggiori sfide urbanistiche che la città deve affrontare riguardano le riqualificazioni dell'areale ferroviario e di via Alto Adige, punti nevralgici da ogni punto di vista: di identità per la città, della mobilità, per gli enormi investimenti economici che richiederanno. Di questi temi se ne discute da anni e non potrebbe essere altrimenti considerata la portata epocale degli interventi previsti: nella particolare cornice di maso Uhl sul Colle si è tenuto un nuovo incontro, un seminario promosso dall'assessore all'Urbanistica Maria Chiara Pasquali per mettere a confronto le opinioni di amministratori pubblici, rappresentanti della società pubblica Arbo e soprattutto di architetti, urbanisti, progettisti. Un incontro al quale ne seguiranno altri.
"Il Comune di Bolzano – ha affermato l'assessore – deve garantire il presidio pubblico, la cosiddetta cabina di regia, secondo prevalenti principi di interesse collettivo. Tale processo trasformativo della città deve avvenire nella più alta trasparenza e con la partecipazione attiva della comunità locale in tutte le sue espressioni, sociali ed economiche, culturali e tecniche". E proprio questo è anche il punto di partenza del ragionamento di un altro partecipante all'incontro, l'architetto Claudio Lucchin. “Quali sono le nostre priorità? Che città vogliamo? Un processo partecipativo è necessario per decidere su progetti che cambiano il volto alla città”, afferma il professionista. E l'architetto che ha firmato molti edifici nel capoluogo che ne pensa? Lucchin risponde, ma pone anche altre domande: “Sul progetto Benko va fatta una valutazione di ordine generale: vogliamo i nostri figli a spasso per questi centri commerciali o abbiamo idee differenti? Siamo disponibili a vendere i nostri spazi pubblici? Le risorse economiche sono molto limitate in questo momento per l'ente pubblico e se i privati si muovono per investire – è nella natura delle cose – lo fanno per averne un ritorno. Dobbiamo cambiare paradigma: la politica, i professionisti... serve più attenzione alle reali esigenze, meno al monetizzare”. Quali quindi gli obbiettivi ideali? “Credo che le priorità siano altre per arrivare a consegnare ai bolzanini di domani una città migliore di quella in cui viviamo oggi – risponde –. E la nostra generazione non è finora stata in grado di dare un'impronta forte, precisa, specifica come quella che abbiamo ereditato sia nella parte tedesca che in quella italiana di Bolzano. Ecco la sfida”.
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