Culture | L'iniziativa

A chi dà fastidio la SIAE

La giunta provinciale accetta la proposta dei Verdi di avviare le procedure per provincializzare la SIAE. Liberalizzare la gestione del diritto d'autore si può?

La missione della SIAE è quella di dare la massima tutela economica consentita dall’ordinamento a chi di mestiere fa l’autore. Questo compito è tuttavia assolto adeguatamente? La Società italiana degli autori ed editori dà prova di apprezzabile efficienza? Non proprio, secondo Brigitte Foppa, Hans Heiss e Riccardo Dello Sbarba. I consiglieri provinciali dei Verdi definiscono quello della SIAE un monopolio che "versa in un profondo dissesto economico" e che sembrerebbe costare alla cultura italiana 13,5 milioni di euro l'anno, provocando danni non indifferenti all’intera industria culturale del nostro paese e inibendo la capacità di diffusione delle nuove tecnologie dell'informazione. Tale monopolio azzera anche la concorrenza, impedendo di fatto la creazione di soluzioni più efficienti di tutela e gestione dei diritti d'autore e dei diritti connessi. 

Nota dolente è la mancanza di trasparenza circa la ripartizione dei diritti: il 65% degli artisti registrati alla SIAE percepisce, in ripartizione dei diritti, appunto, una somma inferiore a quella versata all'ente per la quota d'iscrizione. Ne consegue che “per alcune classi e attività (ad esempio i ‘concertini’) non vi è la certezza per l'autore o l'autrice di percepire i diritti, nonostante il versamento alla SIAE sia stato effettuato. Per chi organizza eventi si tratta invece di un onere burocratico complicato e un costo economico elevato non indifferente, molto superiore agli standard di altri Stati europei”. 

Come ovviare al problema? Attraverso “l’introduzione di sistemi di licenza su base multiterritoriale” - secondo la la proposta di legge approvata dal Parlamento europeo - e cioè depotenziando il colosso SIAE che perde così il suo regime di esclusiva. La direttiva obbliga di fatto le Società di gestione collettive come la SIAE a mettere a disposizione dei propri autori l’utilizzo delle licenze Creative Commons (CC) a fini non commerciali. Semplifichiamo: in tal modo un autore iscritto alla Società Italiana degli Autori ed Editori potrà scegliere il tipo di licenza più adatta per ogni opera prodotta e depositata, continuando a riscuotere i propri diritti anche se altre creazioni sono distribuite in CC. In più l’autore potrà liberamente iscriversi ad associazioni di autori degli altri 26 paesi dell'Unione. "Una società di gestione collettiva indipendente avrebbe grande importanza per le attività culturali delle minoranze linguistiche in Alto Adige", ha dichiarato in proposito Magdalena Amhof (Svp).

Avviare le procedure per provincializzare la SIAE, questa dunque la proposta dei Verdi accettata (ieri, 16 luglio) dalla giunta provinciale, impegnata dal consiglio a:

• intervenire presso il Governo italiano per l'abrogazione dell'art. 180 dalla legge 22 aprile 1941, n. 633, e consentire così la creazione di altre organizzazioni di intermediazione per la tutela dei diritti d'autore e d'autrice;
• individuare a livello provinciale delle soluzioni alternative da poter attuare nel momento di una effettiva abrogazione del suddetto articolo e che garantiscano effettiva tutela degli autori e delle autrici, costi accessibili e trasparenti per gli enti organizzatori, semplificazione e velocizzazione delle pratiche burocratiche.

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