Chronicle | Trento

Passaggi più sicuri grazie anche a Unitn

Il Governo italiano sceglie il dipartimento di Ingegneria dell’Università di Trento per la revisione delle linee guida adottate dopo il crollo del ponte Morandi di Genova
Dipartimento di Ingegneria, Università di Trento, UniTN
Foto: unitn

Se i ponti e viadotti italiani saranno più sicuri il merito sarà anche del Dipartimento di Ingegneria civile ambientale e meccanica dell’Università di Trento. Il Governo italiano ha voluto affidarsi (anche) all’Ateneo trentino nella delicata sperimentazione delle linee guida adottate nel novembre 2018 in occasione del cosiddetto decreto Genova, emanato in seguito alla tragedia del ponte Morandi del 14 agosto dello stesso anno, in cui il crollo dell'intero sistema bilanciato della pila 9 della struttura, ha portato alla morte 43 persone e provocato 566 sfollati.

 

L’ateneo trentino avrà un ruolo fondamentale collocato all’interno di un team di competenze accademiche distribuite su tutto il territorio nazionale, nata per seguire e indirizzare la revisione delle linee guida sulla sicurezza strutturale di ponti e viadotti. In particolare, nei laboratori del Dipartimento di Ingegneria le unità di ricerca coinvolte nel progetto e guidate da Oreste Salvatore Bursi, Daniele Zonta e Marco Broccardo dovranno condurre una serie di prove sulla tenuta di impalcati e altri componenti in cemento e acciaio delle opere stradali.
La sperimentazione delle linee guida, per la quale i ricercatori hanno ricevuto un finanziamento di circa 500 mila euro, terminerà nel dicembre del 2022 e viene coordinata dalla Rete dei laboratori universitari di ingegneria sismica e strutturale (Reluis) e che vede la stessa Università di Trento tra i soci fondatori.
Questi ultimi giorni verranno dedicati a definire il cronoprogramma delle attività per il prossimo anno e mezzo, che impegnerà un team di ingegnerə costantemente nella valutazione dell'uniformità dell’applicazione delle linee guida nelle tratte di diversa competenza, nonché di armonizzare i parametri di sicurezza delle opere di nuova costruzione con quelli delle strutture esistenti. I gruppi di ricerca saranno inoltre impegnati in attività di diagnostica e monitoraggio utili a sviluppare sistemi di sensori capaci di verificare lo stato di salute della struttura nel tempo. Nei laboratori dell'Università di Trento verranno infine svolti una serie di test relativi alla resistenza strutturale di tutti gli elementi che possono presentare criticità, in particolare di  impalcati, selle di appoggio per le travi delle campate, cinghie di sicurezza e tutti i diversi componenti utilizzati nelle opere stradali in cemento e in acciaio.
L'obiettivo finale di tali linee guida nazionali sarà quello di fornire ai gestori di ponti e viadotti italiani (società autostradali e Anas) tutti gli strumenti necessari per accertare e monitorare nel tempo lo stato di salute e la sicurezza straordinaria delle opere, consentendo di pianificarne al meglio la manutenzione.