Coriandoli nella testa
Alzheimer: la Giornata mondiale del 21 settembre offre occasioni per riflettere e anche per provocare. Come a Merano, dove l’hotel Augusta (struttura “complementare” che ospita persone affette da disabilità mentali) è tappezzato di manifesti che inneggiano alla “rivolta degli anziani”. “Cari politici”, scrive Dorothee Wagner sul volantino offerto ai passanti davanti alla casa che dirige, “perché per tutta la mia vita mi avete parlato della libertà, della democrazia e di diritti fondamentali quando poi nel momento in cui divento demente, volete dominare su di me come dei dittatori, nascondendovi dietro agli obblighi di tutela dello Stato, non lasciando a me e ai miei parenti uno spazio per creare alternative al di fuori delle esistenti sgradevoli istituzioni ospedaliere?”
In questi giorni Haus Sonnenschein, che a Merano gestisce Augusta e Burgund, scende in piazza a portare le sfide del “movimento d’opinione” significativamente chiamato Coriandoli in testa.
Attivo nel campo dell’Alzheimer anche il cantautore bolzanino Stefano Mascheroni. Terrà un concerto a Egna (Come Gino Bartali) proprio il 21 settembre. L’arte e la malattia. Coinvolti, oltre la musica, pure il cinema e la letteratura. Roberta Dapunt, il primo di ottobre, presenta il nuovo ciclo di poesie Le beatitudini della malattia pubblicato da Einaudi. La poetessa altoatesina “si confronta con la malattia della demenza in un dialogo intensivo, ponendola al centro del processo creativo”.
“Per la prima volta – spiega Mascheroni – le date del 21 settembre (Giornata mondiale dell’Alzheimer) e del 1° ottobre (Giornata dell’Anziano) vengono unite attraverso una rassegna di film dal titolo I colori dell’argento. Cinema e anzianità”. Ad organizzare sono l’associazione ASAA (Alzheimer Südtirol Alto Adige) e l’Associazione delle Residenze per Anziani, in collaborazione con il Centro Sudtirolese di Formazione (SBZ) e il Filmclub. In programma due pellicole in lingua tedesca e due in lingua italiana, dedicate ai diversi aspetti dell’invecchiare: dai campionati della terza età (Herbstgold) al gruppo che sperimenta una nuova comunità abitativa (Marigold Hotel), dalla storia personale di una malata di demenza (Vergiss mein nicht) alle vicende di una coppia anziana (Amour).
“Ho vissuto l’esperienza diretta perché mia mamma ha sofferto di questa malattia”: così Mascheroni spiega i motivi del suo impegno. “Non augurerei al peggior nemico di vivere una prova così difficile. L’ho accudita insieme alle mie due sorelle a casa, per sette anni. Ho avuto modo di capire bene l’impatto devastante che ha la malattia. Essa si ripercuote, oltre che sulla persona che ne è affetta e che viene colpita nella parte delicata della memoria, anche sui famigliari che si trovano in una situazione di totale incapacità nell’aiutare il proprio caro. La malattia assorbe totalmente chi è accanto alla persona malata. Ecco perché diventa fondamentale chiedere aiuto a chi ci è vicino, agli amici, ai parenti, ai vicini di casa e alle associazioni sul territorio”.
Si fa abbastanza per affrontare la questione? “Le cose da fare sono veramente tante – dice Mascheroni – e un po’ tutte le Regioni e Province del nostro Paese sono in ritardo. Le case di riposo della nostra provincia stanno finalmente adeguando o costruendo da zero piani e spazi da dedicare ai pazienti affetti da Alzheimer. Sono atti concreti che vanno però ulteriormente supportati perché l’Alzheimer è la malattia del nostro secolo”.
Dorothee Wagner più che la malattia in sé teme la reazione delle persone che non sanno di cosa si tratti davvero. “Distolgono lo sguardo, non vogliono averci nulla a che fare, quindi confinano le persone al di fuori della società. Hanno paura della demenza, benché non sappiano veramente cosa significhi questa malattia”. In fondo, sembra voler dire (ma è certamente una delle sue provocazioni), di fronte a “tutte le cose terribili, come le guerre, le miserie, l’odio, la gelosia, l’invidia” è meglio essere senza memoria. Avere nella testa tanti coriandoli. E poter subito dimenticare tutte le offese ricevute.