Culture | Salto Afternoon
Con ogni sorta di stromenti
Foto: Tiberio Sorvillo
Si può “fare musica” con due carrube, alcuni semi e un cactus? Sì, è la risposta che bambine e bambini intraprendenti danno. La stessa di John Cage, compositore giocosamente profondo che, accanto a composizioni che hanno innovato la musica occidentale, ha ideato “Child of Three”.
La partitura consiste unicamente in istruzioni per l'esecuzione di 10 strumenti, tutti rigorosamente fatti di materia vegetale, istruzioni selezionate dall’interprete consultando il divinatorio Libro dei Mutamenti, ossia l'I Ching, per Confucio “libro di saggezza”. Sull’altopiano del Renon, sabato pomeriggio abbiamo avuto l’occasione di ascoltare la bella versione realizzata da Robyn Shulkowsky.
La partitura consiste unicamente in istruzioni per l'esecuzione di 10 strumenti, tutti rigorosamente fatti di materia vegetale, istruzioni selezionate dall’interprete consultando il divinatorio Libro dei Mutamenti, ossia l'I Ching, per Confucio “libro di saggezza”. Sull’altopiano del Renon, sabato pomeriggio abbiamo avuto l’occasione di ascoltare la bella versione realizzata da Robyn Shulkowsky.
Era uno dei molti eventi di INAUDITO/UNERHÖRT, parte della programmazione di TRANSART, che in 11 diversi luoghi sabato tra le 14.30 e le 18.15 attorno alla Chiesa di Santa Maria Assunta sull’altopiano del Renon ha proposto musica del XX e XXI secolo di 21 compositori. “Voices” era il motto di questa edizione, a indicare il ruolo centrale della voce, a cui si affiancavano, in diverse piccole formazioni, la fisarmonica, il clarinetto, il sassofono, il trombone, le percussioni, e un trio di “Alphorn”. Il pubblico, numeroso quanto eterogeneo, era invitato a scegliere il proprio percorso musicale, spostandosi da un luogo all’altro, che nello stesso momento erano proposti programmi diversi, alcuni replicati in altro orario, altri no.
Tra quanto seguito la più forte e positiva emozione l’abbiamo ricevuta dall’ascolto di “Ray Ray of Light”, composizione per 4 voci a cappella di circa 60 minuti a firma di Laure Martin Hindl, compositore berlinese classe 1986. Interpreti erano le voci di Cantando Admont, ossia i tenori Bernd Lambauer e Hugo Paulsson, il baritono Matias Bocchio e il basso Ulfried Staber, diretti da Cordula Bürgi. La composizione ha il suo inizio citando il Viderunt Omnes di Magister Perotinus, ossia la prima composizione polifonica di cui abbiamo data certa della sua prima esecuzione, avvenuta per la Messa di Natale del 1198 nella cattedrale di Notre Dame a Parigi.
La musica prosegue rielaborando il materiale medioevale, una sorta di trasposizione moderna dell’antico Organum, con la sua ripetitività, i piccoli intervalli, una voce tenuta di bordone. Ottimi gli interpreti, che hanno saputo realizzare la complessità ritmica della moderna partitura con estrema cura e musicalità. E’ musica che offre la possibilità di ascoltare e trarre piacere dal dettaglio, dalla incessante variazione di piccole cellule, in un ampio arco di tempo. Richiede concentrazione, che ripaga. “Ray Ray of Light”, commissionata da Cantando Admont, è un lavoro del 2022, che è stato presentato in prima esecuzione italiana.
In prima esecuzione assoluta è stato proposto “In the Depths of my Being, for an accordion performer” di Manuela Kerer. E’ una performance in cui i suoni della fisarmonica si affiancano a quelli della voce, l’azione scenica ha al centro lo svolgersi di una fune sul palco, sulla quale l’interprete a tratti cammina, la avvolge sul suo corpo e poi la scioglie. Un brano della compositrice brissinese fondato su spunti autobiografici, che ha trovato in Margherita Berlanda una performer di grande talento.
Nell’arco di un pomeriggio si è avuta la possibilità di ascoltare uno spaccato della musica dei nostri tempi in una splendida cornice quale è quella offerta dalla natura dell’altopiano del Renon, in una atmosfera informale, eseguita da ottimi interpreti. Occasione preziosa.
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