Economy | Lo studio

Piccoli imprenditori crescono

Secondo un’indagine dell’IRE i giovani hanno uno spiccato interesse per il lavoro autonomo. Produttive le simulazioni d’impresa nelle scuole.

Che l’impresa piaccia ai giovani, spesso vettori di idee e prospettive nuove, è un fatto. Che i neoimprenditori non siano messi nelle condizioni di sfruttare il loro piglio pragmatico un altro, con buona pace di chi li accusa di essere irrimediabilmente affezionati alla cuccia riscaldata di mamma e papà. Malgrado il panorama non esattamente incoraggiante, l’ingente carico fiscale, l’eccessiva burocrazia e l’erogazione a singhiozzo del credito da parte di banche e istituti quella dell’imprenditore continua ad essere una professione accattivante per le nuove generazioni.

È quanto registra uno studio effettuato dall’IRE – Istituto di ricerca economica della Camera di Commercio di Bolzano condotto su 1.600 fra apprendisti e studenti delle scuole secondarie di secondo grado di tutte e tre le lingue d’insegnamento; il 56% degli intervistati dichiara di avere un’immagine positiva di chi fa impresa, solo il 2% ne ha un’opinione negativa e il 40% (più i maschi rispetto alle femmine) prende in considerazione la carriera imprenditoriale grazie anche all’influenza di chi svolge un lavoro autonomo all’interno della famiglia di provenienza.

La collaborazione fra le scuole e le intendenze – commenta Michl Ebner, presidente della Camera di commercio - viene portata avanti parallelamente dai tre gruppi linguistici, e ciò sta ad indicare una volontà vicendevole di dialogare, discutere, accrescere le proprie competenze”. Sulla stessa linea Philip Achammer, Christian Tommasini e Florian Mussner che vedono nella formazione economica un’opportunità importante per il territorio. “Il network scuola-economia esiste ormai da anni e dà i suoi frutti. È grazie alle lezioni orientate alla pratica nelle scuole che i giovani altoatesini oggi sono interessati all’imprenditoria”, afferma l’assessore alla scuola tedesca, seguito a ruota da Tommasini che individua nel fare impresa e nella peculiarità del plurilinguismo un ponte strategico fra i giovani e il mondo in continua evoluzione, fra il nord e il sud Europa. “Con soddisfazione – ha aggiunto l’assessore alla scuola italiana – abbiamo visto nascere in tutti questi anni diverse cooperative culturali che hanno a loro volta generato nuova occupazione. L’esperienza di Casa della Pesa ed il progetto Weigh Station sono infatti un felice esempio di coworking tra giovani e imprese creative”.

Fondamentali per avvicinare gli studenti al mondo dell’imprenditoria i progetti scolastici di impresa formativa simulata, già tentati da alcune scuole locali, che mirano a formare i fuoriclasse di domani.