Non è una decisione da poco. Gli occhi degli appassionati in questi giorni sono puntati sulla pista Saslong della Val Gardena per le gare di Coppa del mondo di sci alpino e i gestori delle Funivie Saslong spa - mentre divampa ancora la polemica sugli impianti sciistici chiusi - annunciano, in atteggiamento controcorrente rispetto agli altri operatori del settore, che non apriranno per l’intera stagione invernale 2020-2021.
“Noi non abbiamo bisogno che ce lo dica il Governo che dobbiamo chiudere o aprire siamo gente dotata di buon senso e carattere per capire ciò che dobbiamo fare e quando dobbiamo farlo” scrive la società gardenese in un lungo post pubblicato su Facebook. Le motivazioni alla base di questa scelta sono “senso di responsabilità, sensibilità, altruismo e solidarietà” di fronte agli effetti della pandemia di Covid-19, si legge nella lettera diffusa sul social network.
Funivie Saslong spa si dissocia dagli altri esercenti gardenesi e dell’Alpe di Siusi, accusandoli di poca sensibilità verso il “duro prezzo pagato da medici, infermieri e volontari”.
La società di Selva di Val Gardena gestisce una cabinovia e due seggiovie in prossimità dell’omonima pista. Per consentire lo svolgimento delle gare di Coppa del mondo una parte degli impianti sono attualmente in funzione.
Il testo integrale della lettera
“Cari clienti ed appassionati di sci è la seconda e spero pure l’ultima volta che siamo costretti di dover comunicare un’altra triste notizia e questo dopo 51 anni di attività nel comparto sciistico. Le Funivie Saslong spa di Selva di Val Gardena hanno deciso, visto la totale incertezza da parte della politica di prendere una decisione chiara concreta, logica, risolutiva e soprattutto umana, non aprendo per la stagione 2020/2021.
Noi non abbiamo bisogno che ce lo dica il Governo che dobbiamo chiudere o aprire siamo gente dotata di buon senso e carattere per capire ciò che dobbiamo fare e quando dobbiamo farlo .
Già fin da marzo la nostra società aveva fatto presente che, visto la gravità di questa pandemia, la stagione estiva ed addirittura quella invernale fossero a rischio. Per la stagione estiva visto la poca lungimiranza della nostra politica non abbiamo subito una chiusura ma adesso visto il numero dei decessi e la pressione sugli ospedali se la ragione ed il buon senso prevarranno dovremmo accettare la rinuncia all’apertura degli impianti.
Noi prima direttamente con il presidente della associazione esercenti impianti a fune Val Gardena Alpe di Siusi e dopo nell’ultima riunione del 27 novembre 2020 avevamo espresso serie perplessità sul possibile inizio di questa stagione e pesanti critiche sul modo di interpretare la situazione e sulle misure infantili e poco risolutive messe in campo.
Evidenziammo come non si fosse parlato dell’aspetto più importante che era quello di rischiare di appesantire le strutture ospedaliere di Bolzano e Bressanone ma non siamo stati ascoltati. Inoltre quando stavamo arrivando ad enunciare la nostra idea per garantire a tutti i consorziati un indennizzo totale siamo stati zittiti da un consorziato che ci accusò di aver parlato già da troppo tempo, e visto che lui doveva assentarsi ,ci invitò imperativamente di concludere. A quel punto comunicammo di non volere proseguire il nostro discorso, ci scusammo per le eventuali inutili considerazioni, per il tempo che avessimo fatto perdere e abbandonammo la riunione.
Noi non abbiamo bisogno che ce lo dica il Governo che dobbiamo chiudere o aprire siamo gente dotata di buon senso e carattere per capire ciò che dobbiamo fare e quando dobbiamo farlo
La Saslong vuole dissociarsi completante dal consorzio esercenti impianti a fune Val Gardena Alpe di Siusi per la sua poca sensibilità verso il duro prezzo pagato da tutti i medici, infermieri, volontari che con il loro appassionato, professionale ed esemplare sacrificio hanno permesso a tutti noi di poter parlare ancora di cose puramente venali ed individualistiche.
Noi non ci stiamo! vogliamo che i nostri turisti ricordino la Val Gardena i gardenesi e la Saslong per il loro senso di responsabilità, sensibilità, altruismo e senso di solidarietà verso tutti i nostri connazionali che con questa pandemia hanno perso la vita o dei cari.
Noi ci dissociamo da quelle riprese vedi 'interviste al caminetto Val Gardena 26/11/2020' su youtube dove si parla solo di investimenti, passaggi, aperture a tutti i costi e dove si intervista un ristoratore impiantista che parla dei suoi costi e della volontà di aprire appena il governo autorizzasse detta apertura come fossimo dei cavalli alla linea di partenza di una corsa all’ippodromo. Non una parola di solidarietà non un momento di presa di coscienza del lavoro delle nostre strutture mediche ma solo difesa di propri interessi economici.
Noi della Saslong non difendiamo solo il mancato guadagno degli uni ma dei 'tutti': albergatori, ristoratori, partite iva, piccole, medie,grandi imprese etc etc e purtroppo non sarà con questo governo né con un altro che lo risolveremo perchè i politici parlano ma non hanno le capacità necessarie per trovare soluzioni che solo uomini di stato di primissimo piano potrebbero trovare.
Abbiamo provato ad esporre la nostra soluzione anche al presidente della nostra Provincia ma purtroppo visto i suoi molteplici impegni non ci siamo riusciti.
Noi siamo totalmente contrari a qualsiasi tipo di finanziamento da parte dell’Europa in quanto tutti quelli che hanno subito le chiusure non vedrebbero una lira di quegli importi perché la burocrazia e la mala politica ne assorbirebbero la totalità degli importi.
Bisognerebbe fondare un fondo assicurativo di emergenza europeo (che potrebbe anche essere a livello nazionale o regionale o comunale)dotato delle risorse necessarie (10.000mld ) finanziato dalla Bce (nel bilancio della Bce non figura come prestito ma bensi come partecipazione) per fare fronte alle richieste di risarcimento (utile netto piu ammortamento piu interessi) dirette dagli aventi diritto, il tutto certificato dai rispettivi commercialisti ed istituti bancari.
Non una parola di solidarietà non un momento di presa di coscienza del lavoro delle nostre strutture mediche ma solo difesa di propri interessi economici
L’importo non è a fondo perduto ma va reso in 15 anni a tasso del 0.2.%. Inoltre ognuno potrà scegliere di avere, in funzione delle proprie capacità di restituzione, il 100% oppure meno fino anche al 30% del mancato introito (utile netto piu ammortamenti piu interessi).
È una semplice assicurazione solo che normalmente il premio si paga prima e poi si riceve l’indennizzo mentre qui si prende prima il rimborso del danno e poi si pagano i premi.
Il vantaggio di ciò è che togliamo dal controllo della politica il flusso dei fondi . Vanno direttamente dal fondo assicurativo di emergenza europeo al beneficiario finale (partita iva, società etc etc).
Non aumentiamo il debito pubblico perchè è un prestito praticamente erogato a soggetti che rimborsano in quanto sono aziende che lavorono e producono. Non è la soluzione data da un noto operatore economico in televisione che aveva proposto di finanziare il mancato guadagno delle imprese con debito pubblico obbligando solo le aziende a non distribuire utili per i prossimi 3/5 anni. Ciò è una stuppidaggine in quanto non si può regalare per poi creare debito pubblico sulle spalle di tutti gli italiani.
Ci auguriamo che il governo esca da questa ridicola pantomima dei colori e decreti come avrebbe giá dovuto fare in ottobre un lookdown generale e riaprire con controlli serrati da parte dell’esercito e delle forze dell’ordine affinchè si esca una volta per sempre da questa situazione .
Ci scusiamo per la lunghezza del nostro esposto ma la decisione presa meritava qualche doverosa precisazione.
Un pensiero a tutti gli Italiani ed un augurio di un Felice Buon Natale”.
Il comunicato stampa è stato
Il comunicato stampa è stato redatto personalmente dal Dott. Rifesser anche se firmato con staff senza interpellare ne collaboratori ne soci.
Essendosi preso la libertà di criticare organi locali che hanno dato l'anima per riavviare le loro attività, cercando di onorare gli impegni presi con i propri collaboratori, fornitori e ospiti, pubblica candidamente una sua decisione, esclusivamente personale.
È giusto informare, che il Dottor Rifesser, per mettere a disposizione la pista per le gare di Coppa del Mondo ricatta da diversi anni tutta la popolazione locale chiedendo un indennizzo senza assumere grandi spese, per 400.000 Euro, importo corrisposto non solo da colleghi impiantisti e albergatori, ma anche dà tante, tantissime piccole realtà come i bed and breakfast, maestri di sci, prestatori di servizio come ad esempio il tassista e via dicendo. Inoltre metá importo viene corrisposto dai tre comuni della valle, pertanto tutti gli abitanti della valle.
Vigliacca la decisione personale del Dottor Rifesser celandosi dietro l'alibi dedicato alla sanità. La decisione si basa su un forte egoismo laciando per strada anni di impegno della collettività con piena mancanza di rispetto verso chi lo ha accolto in una valle che non è la sua Valle natale. In un solo punto condividiamo la caotica comunicazione del Dottor Rifesser, la responsabilità verso la salute di tutti i visitatori ed abitanti della Valgardena. In dimostrazione quanto i gardenesi ci tengono alla salute generale, nel frattempo senza l'aiuto del Dottor Rifesser sono stati allestiti dei centri covid per i test, una residenza covid hotel, un drive through, adibita al pubblico, anche se consci che se i dati non lo permettono, l'apertura dell'attività turistica non sarebbe partita. Questo per la prevenzione e la salute.
Facile decidere di non avviare l'hotel Scherz e gl'impianti di risalita, lasciando per strada uno staff di tanti componenti.
Le parole del Dottor Rifesser non rispecchiano minimamente il suo comportamento. Questa sua decisione in totale autonomia, di non voler aprire gl'impianti lascia l ennesimo sapore amaro e un immensa delusione da parte degli appassionati dello sci.