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“Un’ora per l’Africa”: l’Alto Adige dona un parto sicuro alle mamme africane

Ogni 90 secondi, a livello mondiale, una donna perde la vita per le complicazioni durante la gravidanza o il parto. Fino al 28 febbraio, i dipendenti dell’azienda sanitaria altoatesina potranno scegliere di donare una o più ore del proprio stipendio a favore delle donne che andranno a partorire negli ospedali di Attat, in Etiopia, e di N’Dali, in Benin. Per assicurare alle donne un parto sicuro e un futuro migliore per i bambini.

Donare un parto sicuro per una mamma africana. E’ questo l’obiettivo del progetto “Un’ora per l’Africa” sostenuto dall’azienda sanitaria altoatesina per aiutare tutte quelle donne che si rivolgono agli ospedali di Attat, in Etiopia, e di N’Dali, in Benin: tutti i dipendenti dell’azienda sanitaria dell’Alto Adige, fino al 28 febbraio, potranno scegliere di donare una o più ore del proprio stipendio a favore di queste donne, garantendo così una visita prenatale e un parto sicuro per una mamma africana.

“In Africa molte mamme e molti bambini muoiono a causa di complicanze durante il parto- spiega Toni Pizzecco, presidente di Medici per l’Alto Adige - spesso eseguito in condizioni igieniche precarie e senza adeguata assistenza medica. L’obiettivo del progetto “Un’ora per l’Africa” è proprio quello di aiutare le donne che si rivolgono agli ospedali di Attat, in Etiopia, e N’Dali, in Benin”.

In Africa, la mortalità materno-infantile è ancora molto alta: ogni 90 secondi, a livello mondiale, una donna perde la vita per complicazioni durante la gravidanza o il parto. Le organizzazioni di volontariato non governative Medici dell'Alto Adige per il Terzo Mondo e Gruppo Missionario "Un pozzo per la vita" di Merano hanno lanciato l’iniziativa di solidarietà “Un’ora per l’Africa” per aiutare le future mamme: l’Azienda sanitaria dell'Alto Adige vuole sostenere questo progetto invitando ogni collaboratore ed ogni collaboratrice a donare una o più ore del proprio stipendio per garantire, con questo gesto, un parto sicuro a una mamma africana. L’importo di una o più ore dello stipendio di un dipendente, corrisponde a un’ora di lavoro straordinario al netto. “Per questo, nonostante i tempi di crisi, ci aspettiamo che tutti, dai medici ai portantini, partecipino numerosi- ha proseguito Pizzecco- Ogni dipendente che desidera partecipare dovrà semplicemente compilare un modulo predisposto indicando quante ore ha deciso di donare e inviarlo all’ufficio stipendi del comprensorio sanitario”.

La donazione verrà devoluta, come detto, all’ospedale di Attat, in Etiopia, e all’ospedale “San Padre Pio”, a N’Dali, nel nord del Benin: nel primo caso, si tratta di un ospedale missionario che i medici dell’Alto Adige sostengono dal 2007. L’aumento delle attività chirurgiche e dei parti richiedono la costruzione di una nuova chirurgia con due sale operatorie e di una maternità, con sala parto e preparto.

L’ospedale in Benin, invece, inaugurato nel settembre 2012, è gestito da una fondazione che fa capo alla diocesi locale. Finanziata quasi interamente dal gruppo missionario “Un pozzo per la vita” di Merano, la costruzione è stata parzialmente completata, tanto da consentire l’avvio di alcuni reparti già nell’estate del 2012. Una volta completato, l’ospedale disporrà di 200 posti letto.

L‘importo corrispondente ad ogni ora donata è pari al valore di un‘ora di straordinario calcolata per i diversi profili professionali secondo la seguente suddivisione: terza qualifica funzionale 13 euro, quarta/quinta qualifica funzionale 14.50 euro, sesta qualifica funzionale 15.50 euro, settima qualifica funzionale 17 euro, qualifica funzionale 7bis 18 euro, ottava e nona qualifica funzionale 19.50 euro, qualifica di dirigente e medico 30 euro. Gli importo sono calcolati al netto: le ore di straordinario maturate e indicate nel tabulato delle timbrature non vengono detratte. Ogni collaboratore dovrà scegliere l’importo corrispondente alla propria qualifica funzionale.