Environment | Il caso

"E se il TAR riconosce l'abuso?"

Le associazioni ambientaliste ancora all'attacco della Giunta per il maxi contributo da 11 milioni per la funivia di Tires. "Erogazione anticipata inopportuna".
funivia tires
Foto: ivan goller

Quale sarà la sorte del contributo se il TAR dovesse riconoscere l’abuso edilizio e paesaggistico e, se vi fossero i presupposti per una revoca di quel contributo, come potrà essere restituito alle casse pubbliche e ai contribuenti, dopo che è già stato speso per costruire irregolarmente l’impianto? Se lo chiedono in una nota Dachverband, Mountain Wilderness, AVS, CAI e Heimatpflegeverband Südtirol, esprimendosi contro la sanatoria della funivia di Tires-Malga Frommer

Il progetto della funivia Tires-Malga Frommer, osservano le associazioni, è stato concepito e realizzato in base al principio ispiratore che il troppo stroppi e che il niente sia ancora la soluzione migliore con l’idea di costruire stazioni che letteralmente svaniscono sotto ai prati, lasciando visibili solo i punti d'ingresso e uscita.  Nonostante questi propositi però la funivia è stata costruita con le stazioni a monte e a valle più grandi di quanto era stato approvato nel progetto originario. Per cercare di regolarizzare le difformità, alcune parti dei locali delle stazioni, dopo la costruzione, sono state riempite di terra.

 

Poiché all’impianto era stato concesso un contributo pubblico pari al 75% dei costi di costruzione, le associazioni ambientaliste e alpinistiche della Provincia di Bolzano hanno presentato istanza di accesso agli atti presso l’Ufficio provinciale di Mobilità, per conoscere lo stato di erogazione del contributo pubblico di 11 milioni di euro. Gli atti hanno rivelato che nel frattempo la Provincia lo aveva già erogato, nonostante fosse stato depositato al TAR di Bolzano dalle stesse associazioni un ricorso contro la procedura, che ha permesso di sanare le difformità nella costruzione dell’impianto. Le associazioni ambientaliste e alpinistiche criticano ancora una volta l’operato della mano pubblica, che con una premura ingiustificata ha liquidato l’enorme contributo, senza nemmeno attendere un pronunciamento del Giudice sul contestato abuso. "Basterà l’idea della cabinovia cabrio per dare risposta a tutti questi dubbi, in una Provincia dove alcuni servizi pubblici, come la sanità, sono inadeguati alle esigenze delle/dei cittadine/i? Se da un lato la politica ha la facoltà di operare come meglio crede, dall’altro le cittadine e i cittadini hanno il diritto di essere informati dei fatti realmente accaduti, perché non si ripetano più in futuro" sostengono ancora le associazioni.