Forti dell’immeritata sconfitta per uno a zero contro il Postal, i ragazzi dell’Excelsior affrontano il match fuoricasa contro il Bressanone sul sintetico di Milland con discrete aspettative di fare una buona prestazione. E nonostante una formazione rimaneggiata (solo tre cambi a disposizione di Mister “Pedro” Petrera), i primi minuti di gioco lasciano ben sperare. Contro la prima in classifica, in piena corsa promozione, Excelsior non può che chiudersi in difesa e cercare di ripartire. Ma, come dice il mister: “Se si fanno i giusti movimenti a chiusura degli spazi, anche le squadre più forti vanno in difficoltà”. E questo è ciò che effettivamente avviene per buoni venti minuti. La grinta c’è, la tenuta fisica anche, ma per concludere indenni un partita di questo tipo serve massima concentrazione, perché ogni minimo errore può risultare fatale.

E purtroppo nell’Excelsior la concentrazione va a corrente alternata. Quattro cali e quattro gol in rapida successione nel primo tempo. Di questi ne va menzionato uno: una stupenda punizione del numero 10 avversario che non lascia scampo all’uomo ragno Ferrante. Nel secondo tempo la situazione migliora: il Bressanone segna ancora due reti ma Excelsior produce buone azioni in attacco, nessuna delle quali si conclude con la sperata rete della bandiera, anche perché i difensori brissinesi sono bravi a mettere in fuorigioco gli attaccanti bolzanini. È la giornata mondiale dell’arte, ma purtroppo Excelsior non riesce a lasciare un gesto artistico in campo. Ci prova il coraggioso Cappelletti, che sempre alla ricerca del mitico primo gol, cerca di stoppare di petto una palla che gli piomba addosso con troppa potenza, tanto da abbatterlo al suolo al pari di un malcapitato che ha appena preso una sberla da Bud Spencer. Poca arte, ma tanto coraggio. Per chiudere comunque in tema di arte riprendiamo la celebre frase di Van Gogh “Sogno di dipingere e poi dipingo il mio sogno”, augurando ad Excelsior di “dipingere” al più presto il proprio sogno cioè una splendida vittoria.