"Trovati tre quarti dei posti necessari”
Buone notizie per quanto riguarda l’appello lanciato dalla Provincia nel territorio per identificare le location ove eventualmente allocare i 700 ‘nuovi’ profughi che ‘potrebbero’ giungere in Alto Adige nel 2016.
Nei giorni scorsi l’assessorato alle politiche sociali guidato da Martha Stocker aveva inviato una sorta di ‘ultimo appello’ ai comprensori, indicando per ogni zona dell’Alto Adige il numero di posti da individuare. L’appello evidentemente è andato a buon fine in quanto ieri 17 maggio, in occasione di un incontro con il direttore della Ripartizione Politiche Sociali, i presidenti dei Comprensori hanno dimostrato di essersi dati da fare. Identificando i siti per una buona parte dei potenziali nuovi profughi a loro assegnati.
Nei prossimi giorni e nelle prossime settimane verranno effettuate le necessarie verifiche in merito all’adeguatezza dei siti indicati. E nel frattempo i comuni e le Comunità comprensoriali dovranno ulteriormente adoperarsi per reperire i posti ancora mancanti.
“Come prevedibile la disponibilità nei Comprensori e nei Comuni è contenuta” ha dichiarato l’assessora Stocker al termine della riunione, aggiungendo che “però è chiaro a tutti che anche in Alto Adige deve essere dimostrata una certa solidarietà nei confronti dei profughi e che sul territorio provinciale devono trovare sistemazione le quote di persone richiedenti asilo assegnate all’Alto Adige da parte dello Stato”.
In merito a questa nuova fase dell’accoglienza dei richiedenti asilo in Alto Adige ha preso la parola anche Caritas, che finora ha avuto un coinvolgimento molto importante nella gestione dei 900 posti già operativi in merito, gestendone in prima persona ben 424.
Il direttore Paolo Valente ricorda che già in passato la Provincia ha utilizzato per tali scopi una serie di spazi a sua disposizione. Come ad esempio l’ex Salus di Prissiano e la caserma di Prati di Vizze. In altri casi invece già in passato era successo che gli spazi venissero indicati da comprensori e comuni, come a Brunico, Malles e Merano.
Valente ci tiene a sottolineare come “in Alto Adige rispetto ad altre regioni d’Europa vi sia un atteggiamento molto più favorevole nei confronti dei profughi”, rilevando che finora “non ci sono state levate di scudi”. Per il direttore Caritas senz’altro aiuta il fatto che i numeri siano inferiori rispetto ad Austria e Germania.
“Fino ad oggi non ci sono mai stati episodi in grado di far pensare che avere un centro di accoglienza di 40 persone nel proprio paese sia una cosa pericolosa. Anzi. Normalmente il bilancio è positivo nel al livello della singole strutture nel territorio.“
Paolo Valente non manca di ricordare che i 700 posti identificati in questi giorni potrebbero essere anche di più rispetto a quelli che poi effettivamente si rileveranno necessari, “specie se a livello nazionale verranno accelerati i lavori delle commissioni incaricate di analizzare le richieste d’asilo che potrebbero portare a liberare diversi dei 900 posti già oggi occupati in provincia di Bolzano”.
La Caritas coglie l’occasione per ricordare di avere ormai ià esaurito la sua capacità di gestione di posti per richiedenti asilo (“Volontarius ha invece ancora potenzialità di sviluppo in questo campo”), ma di essere ancora disponibile a prendersi carico di eventuali macrostrutture adiacenti a quelle già gestite. Nonché a fornire il proprio contributo “nell’ottica dell’auspicato passaggio da una gestione emergenziale ad una strutturazione dell’accoglienza più proiettata sul lungo periodo dove i comprensori possano sviluppare specifiche professionalità all’interno dei propri servizi”.
Ricordiamo che i nuovi posti per persone richiedenti asilo dovranno essere creati secondo un programma specifico sul territorio, che tiene conto delle strutture già esistenti e del rapporto numerico con la popolazione residente.
Il programma prevede 102 posti nel Burgraviato, 139 in Val d’Isarco, in 153 in Val Pusteria, 91 nel Comprensorio Salto-Sciliar, 161 nell’Oltradige-Bassa Atesina e 54 in Val Venosta.
Dal calcolo è stato preventivamente escluso il comune di Bolzano, dato che, in rapporto al numero dei residenti, questo accoglie già un numero superiore di richiedenti asilo rispetto agli altri Comprensori, così come l’Alta Val d’Isarco (Wipptal) che ha quasi raggiunto la quota prevista e dove si deve tener presente la situazione legata al confine del Brennero.