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Euregio autonomo nella produzione di energia?

Visita alla centrale di Kühtai e considerazioni sulla politica energetica tirolese.

Domenica 19 luglio si conclude l’Euregio Sport Camp per 57 ragazzi dal Trentino, Alto Adige e Tirolo. Ma oltre alle attività sportive ed alla visita a Innsbruck per i giovani fra gli 11 ed i 14 anni è stato possibile anche visitare il più grande impianto energetico tirolese, la centrale di Kühtai-Silz, 750 megawatt di potenza installati. Due bacini idrici, a 2300 ed a 1900 metri sul livello del mare danno il “carburante” alla centrale.

E a breve è prevista anche la creazione di un terzo bacino, che potrebbe incrementare di ulteriori 400 megawatt la disponibilità dell’impianto, convogliando non solo tutte le acque provenienti da est, fra Sellraintal ed Ötztal, ma anche quelle da ovest con 20 km di condotte. La guida ricorda che per riuscire a portare a compimento la costruzione di un impianto in Tirolo servono più di 10 anni e per ora il progetto di allargamento della centrale è alla valutazione di impatto ambientale.

Nel video introduttivo della struttura gestita da Tiwag, Tiroler Wasserkraft Gesellschaft, c’è appunto l’ambizioso obiettivo tirolese: quello di arrivare nel 2050 all’autonomia nella produzione energetica.

L’impianto di Kühtai, entrato in funzione nel 1981, ha una grande importanza economica, perché riesce ad espletare molti diversi compiti: produrre molta energia, svolgere una funzione di regolazione per la rete energetica centroeuropea, avere la possibilità di pompare verso l’alto l’acqua, portandola nel bacino superiore, quando c’è un eccesso di offerta di energia. Quindi soprattutto quando solare ed eolico hanno dei picchi di produzione.

La “banca dell’acqua”

Guardando la maestosità dell’impianto di Kühtai non può non venire in mente l’enorme “banca dell’acqua” che in Italia non è mai riuscita ad entrare al pieno in funzione ma ha avuto un tragico epilogo, il Vajont. Siamo sempre su quel difficile crinale fra lo sviluppo e la tutela dell’ambiente. Per arrivare ad un’autonomia energetica si punta appunto a sfruttare appieno le rinnovabili, quindi principalmente l’idroelettrico, vista la sua flessibilità ed efficacia. Ma nello schema entrano anche le biomasse, sebbene la sostenibilità di questi impianti sia oggi molto difficile. Tra gli anni Novanta ed i primi anni Duemila in Tirolo si sono costruite delle centrali a biomassa secondo dei business plan che consideravano il legno come materiale locale e spesso in eccesso. Poi il boom del riscaldamento a pellet ha fatto sì che diventasse poco conveniente l’approvvigionamento dai boschi austriaci, richiedendo quindi di dover guardare ad est verso altri mercati per acquistare le risorse.

Non risultano essere più molto convenienti nemmeno i laufende Kraftwerke, le centrali che sfruttano il flusso come le turbine messe nei fiumi: impianti spesso molto vecchi e che hanno poca potenza. Scendendo verso sud in campo energetico le questioni hanno qualche anno di ritardo rispetto al Tirolo, dove la liberalizzazione del settore è partita nel 2001. Tiwag rimane “monopolista di fatto”, visto che ha perso solo il 6% dei propri clienti.

Dal lato della produzione quindi si continua a pensare allo sviluppo del grande e piccolo idroelettrico in Tirolo, con rischi, limiti e potenzialità che questo comporta.

Cyber wars

Scendendo in ascensore fino a -82 metri, dove si trova la turbina della centrale di Kühtai, interessante anche un aspetto emerso in sala comandi. Due anni fa un programmatore licenziato dalla Siemens ha mandato in crisi il sistema informativo delle centrali europee, facendo rischiare un black out. Dopo l’11 settembre 2001 in Italia era stato mandato l’esercito a presidiare le centrali idroelettriche, oggi la sicurezza di un paese passa anche e soprattutto da ciò che avviene nelle reti informative. Non più fattori fisici quindi, ma questioni che attengono alla sicurezza informatica.

Trentino e Alto Adige come il Tirolo?

Dagli aspetti emersi durante la visita rimane l’interrogativo importante: ce la farà il Tirolo a perseguire la propria strategia di autonomia energetica? Un interrogativo quasi “filosofico”, visto che comunque l’interdipendenza e l’interconnessione delle reti rende abbastanza inutile una strategia fondata soltanto sul micro. All’interno dell’Euregio i mercati elettrici sono ancora molto divisi, con monopoli di fatto e difficoltà di interconnessione soprattutto per quanto attiene alle linee di alta tensione. Ma in fondo il mix energetico è molto simile: non vi sono centrali termoelettriche e nucleari, si punta molto sull’”idroelettrico storico” e su nuove forme legate alle rinnovabili. Probabilmente si può dire che una maggiore integrazione politica fra Trentino, Alto Adige e Tirolo passa proprio dalla politica energetica.