Environment | Trasporto pubblico

Idrogeno, costi folli e vere priorità

Informazioni a spizzichi e bocconi sul trasporto pubblico di Sasa. Con la grossa incognita sul rinnovo futuro della flotta e i spaventosi costi per l’idrogeno.

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Foto: Provincia Autonoma di Bolzano

Delle cose singolari sentite in Consiglio Comunale a Bolzano ne ho riferito qualche giorno fa.

Ora si è letto di quanto riferito in Consiglio Comunale a Merano il 13 settembre (per la cronaca, il file video della seduta da giorni non è disponibile…) di cui è stato riferito dalla stampa locale (qui e qui).

Due i dati rilevanti:

  1. entro 8 anni avere una flotta di Sasa ad emissioni zero
  2. la costruzione di una stazione di rifornimento di idrogeno presso il deposito di Sasa a Bolzano

Piccola premessa: perché di queste cose non se n’è parlato in Consiglio Comunale a Bolzano l’11 settembre? Pare essere una strategia di comunicazione claudicante quella di dare di tanto in tanto informazioni qua e là, sparse per bene, giusto probabilmente per confondere le idee alla politica locale che continua ad abboccare a piani che ritengo fuori di ogni logica.

Sul primo tema, alcune considerazioni:

  • Come si pensa di arrivare in otto anni ad avere una flotta ad emissioni zero quando si stanno comprando bus a gasolio e ibridi-gasolio? S’intendono dismettere fra otto anni? Mi vien da sorridere…
  • Quali sono i precisi, chiari e dettagliati piani d’investimento, quanti sono gli autobus che si intendono acquistare e, soprattutto, con quale cadenza visto il disastro dell’ultimo decennio? Se non si pongono domande in tal senso, sono affermazioni che lasciano il tempo che trovano.
  • Gli otto anni sono perché il Piano Clima prevede zero emissioni per il 2025 prevedendo pure i bus a metano, che erano pure previsti come obiettivo (non raggiunto) dal “programma NO2 del 2011"? Guarda caso quell’obiettivo del Piano Clima che si diceva fin troppo ottimistico quando l’avevo citato quasi alla nausea per mesi e da anni e nessuno se n'è interessato? E’ forse questo il piano da 100 milioni (già calato nel frattempo di 38 milioni, leggasi più sotto) di cui non s’è saputo più nulla da quando era stato annunciato a fine maggio ’18?
  • Come fa ad essere credibile il presidente di Sasa quando dal 2010 ha assistito passivamente al mancato rinnovo annuale della flotta ad eccezione del 2012/13, ma la cosa rischia di costare a Pantalone almeno un milione di Euro per “retrofittare” proprio quei bus che solo una persona aveva avuto l’ardire di criticare. Per tacere delle imposizioni provinciali sui bus a idrogeno ed elettrici...
  • Come fa a essere credibile la direttrice generale di Sasa quando, non confutando peraltro le tabelle (1 - 2 - 3) presentate dal consigliere Costa sul maggior inquinamento da NOx e NO2 dei diesel Euro VI, parla di tabelle dell’ISPRA che dicono il contrario, tabelle di cui però non ho trovato traccia sul sito web dell’ISPRA mentre ne ho trovato una del 2013 che dice esattamente il contrario di quanto affermato dalla d.g. e necessariamente riferita alle emissioni dei bus Euro V?

Sul secondo, sorprendente, punto, che evidentemente fa il paio con la necessità di smantellare la stazione di rifornimento di metano per mettere quella per gli “arrivandi” bus elettrici, anche qui zero informazioni sui costi, l’Europa che finanzia tutto al 100% ma, di grazia, con quale programma e quali sono i costi?

Soprattuto sarebbe interessante sapere come si intendono coprire i notevoli maggiori costi per i bus a idrogeno. E qui le cose si fanno interessanti assai.

I costi chilometrici...

Nella risposta in Consiglio Provinciale del 22.3.2018 sono stati forniti questi dati:

Il costo medio per l’idrogeno ammonta a 0,94 Euro / km mentre la manutenzione, in media, costa 2,68 Euro / km.

.. cioè 3,62 €/km.

Nella stessa risposta si leggono i costi per le trazioni convenzionali:

Il costo di manutenzione mezzi + carburante per il 2017 in media della SASA sono stati:

0,63 € /km metano

0,58 €/km diesel

Due anni fa furono dati inferiori per i bus a idrogeno e ribaltati per le trazioni convenzionali di Sasa nella risposta del 29.6.2016:

  • Bus Progetto CHIC 0,96 €/km carburante + 2,2 manutenzione = 3,16 €/km
  • Gasolio 0,38 + 0,23 = 0,61
  • Metano 0,23 + 0,3 = 0,53

Per i bus del progetto UE Jive la manutenzione dovrebbe ridursi a 0,50-0,80 €/km, quindi con un costo variabile da 1,46 a 1,76 €/km.
Da nessuna parte ci sono dati relativi ai costi per i bus elettrici, se non quanto già noto con costi iniziali annunciati di 0,15 €/km che poi erano saliti a 0,30 €/km (manutenzione + elettricità).

I conti sono impietosi: come si farà a coprire i maggiori costi dei bus a idrogeno? Spese insostenibili?

Prendendo le cifre chilometriche sopra indicate, in un’ottica decennale e prevedendo una percorrenza media di 60mila/km per anno, i costi per la gestione di 17 bus a idrogeno a confronto altrettante unità con altre tipologie di trazione, devono far riflettere con un paradosso finale, come si vedrà.

  • Bus a idrogeno: nuovi bus da 10.512.000 a 12.384.000 € + attuali bus 10.860.000 € = da 21.372.000 a 23.244.000 €
  • Bus a metano: 6.426.000 € (*)
  • Bus a gasolio: 5.916.000 €
  • Bus ibridi gasolio: 4.437.000 € (**)
  • Bus elettrici: 3.060.000 € (***)

(*) dati basati sui costi del 2017, presumibilmente influenzati dalla vetustà della flotta e del maggior costo di manutenzione

(**) costo ipotizzato con un 25% di risparmio sul consumo di gasolio, ma non è noto se vi saranno maggiori costi di manutenzione.

(***) costo ipotizzato, si deve tenere conto però che i bus elettrici oggi non possono sostituire 1 : 1 un bus convenzionale, cioè c’è bisogno di un maggior numero di mezzi per rimpiazzare quelli con motore termico

Come si possano sostenere questi costi non lo so. Anche perché bisogna considerare i costi di acquisto (650mila € per un bus H2 da 12 metri, probabilmente 850.000 per un bus da 18 metri, pur considerando un contributo di circa 200mila € per ciascun mezzo dall'UE dal progetto Jive) O se ne incarica la mano pubblica oppure si dovrà necessariamente, prima o poi, agire sulla leva dei biglietti. Quanto questo sia “popolare”, chi legge può farsene un’idea da sé.

Il paradosso: i bus elettrici paiono essere la soluzione più convenienti, peccato che costino all'incirca più del doppio all’acquisto e con una grossa incognita sull’autonomia reale su strada, anche se Bolzano vuole, as usual, strafare e installare delle stazioni a ricarica veloce che economiche non sono in un settore dove c’è una grossa incognita sui costi di esercizio non essendoci un database storico a cui potersi riferire.

Lo sbotto del Sindaco di Laives, un po’ in ritardo…

Nel frattempo pure il sindaco di Laives, Christian Bianchi, ha preso posizione contro l’acquisto dei prossimi dodici bus del progetto Jive, sbagliando però le cifre visto il tutto è già previsto nella delibera della Giunta Provinciale 120/2018 (argomento già da me trattato ad inizio marzo ’18), e arrivando un po’ lungo poiché questi bus sono previsti nel piano provinciale degli investimenti della mobilità. Con il Sindaco di Laives tempo fa ci avevo cordialmente parlato ma evidentemente allora non mi aveva creduto sul discorso della necessità impellente del rinnovo della flotta. Conferma comunque che evidentemente la Provincia aveva bloccato il rinnovo della flotta per affibbiarla in toto ad un nuovo concessionario, ipotizzando, forse, una Sasa sconfitta alla gara o costretta ad allearsi ad uno dei grossi player del settore e che avrebbe fatto saltare come un tappo di spumante il vertice di nomina politica.

Nel 2015 l'allora rappresentante di FdI aveva letteralmente sparato a zero sui bus a idrogeno, anche se ci si dimentica che gli attuali bus H2 del progetto Chic, costo di 5,5 milioni, avevano ottenuto un contributo UE di 4.439.152 € pagato alla STA. Il problema erano e lo sono tuttora i 9 milioni stanziati dalla Provincia per sostenere gli enormi costi di trazione e manutenzione, come dimostrato dai dati sopra indicati.

Visto che al Sindaco di Laives sta a cuore il rinnovo della flotta ma esprime favore per i bus diesel-ibridi, vale forse la pena di ricordare che, contrariamente a quanto afferma la d.g. di Sasa, un bus a metano 12 metri costa circa 220/230mila Euro, uno ibrido-diesel 285.000, come indicato nella gara di appalto sciaguratamente non revocata. Quindi ogni quattro bus ibridi-diesel se ne potevano comprare cinque a metano, ancora di più se si fossero comprati normali diesel… ma questo è stato spiegato in CdA e nel Consiglio di Sorveglianza di Sasa?

Bus H2: al massimo venticinque ma ne vale la pena ancora di investire tutti quei denari?

Forse pochi poi si ricordano che la centrale d’idrogeno ha una capacità massima di rifornimento di 25 autobus, pare solo teorica stando ad alcune informazioni raccolte di recente.

Fra l’altro ora pare che il fantasmagorico piano da 100 milioni di Euro, annunciato in sordina a fine maggio di sapore smaccatamente elettoralistico, si sia già ridotto a 62 milioni (probabilmente solo previsti, ma non ancora a bilancio, comunque sempre “einen Batzen Geld”), quindi un taglio secco di 38 milioni... Anche se finora ci sono state zero spiegazioni a cosa esattamente serviranno tali fondi. Balletti di cifre che la “politica” dovrebbe chiarire al più presto nella folle rincorsa alle “patacche verdi” dell’essere sempre “i migliori”.

A quando un dibattito pubblico? Oppure si ha paura delle domande?

Tutti aspetti che ci si aspetterebbe vengano discussi nelle sedi competenti… certo, mai! Non a caso, e torno a ripeterlo come un ritornello stonato, ben si guarda Sasa di confrontarsi pubblicamente su tali dati a Bolzano (a San Giacomo di Laives sì e dove probabilmente ho "rovinato la festa" con le mie domande). Un monumento alla non trasparenza e, mi si permetta, di una certa arroganza di una società in mano pubblica. Ce n’è da riflettere.

Qui un filmato sul mancato sviluppo della mobilità ad idrogeno che dà qualche possibilità solo per il tpl, ma i costi...