Politics | Il ddl

Una battaglia vinta

Ok del consiglio provinciale al Centro anti-discriminazioni. I Verdi: “Ce l’abbiamo fatta”. Urzì: “Legge ideologica”, Centaurus replica: “Visione distopica del mondo”.
Landtagsgebäude
Foto: Hannes Prousch

Oggi, 18 settembre, il disegno di legge che disciplina gli organismi di garanzia insediati presso il consiglio provinciale è stato approvato dall’Aula con 19 sì, 1 no (Alto Adige nel cuore-Fratelli d’Italia) e 10 astensioni. Non ha invece votato la vicepresidente del consiglio provinciale Rita Mattei (Lega), pur essendo una delle firmatarie del ddl. Si tratta di un provvedimento che unisce 5 leggi già in vigore in materia. La rielaborazione è stata necessaria per unire le norme in un unico testo con l’armonizzazione del trattamento economico degli organismi di garanzia. Uno dei punti focali del documento è il Centro di tutela contro le discriminazioni - inserito nel 2014 con un emendamento del Gruppo Verde nella legge sull’integrazione e finora rimasto lettera morta - e il suo insediamento presso la Difesa civica. “Opererà in piena autonomia”, assicura - fra le perplessità delle opposizioni - il presidente del consiglio provinciale nonché primo firmatario del ddl, Josef Noggler.

 

Il muro di FdI

 

Di fronte alla proposta della Svp (poi approvata) di sostituire nel testo del ddl le parole “fondate sull’identità e l’orientamento sessuale” con le parole “basate su credenze omobitransfobiche” dopo l’intervento dell’associazione Centaurus-Arcigay Südtirol, e altre del settore per chiedere di modificarla, aspra è stata la replica di Alessandro Urzì (L’Alto Adige nel cuore - Fratelli d’Italia). “Il vizio di origine di questa legge - dice l’esponente di centrodestra - è che si costituisca una sorte di tribunale del popolo che interviene con giudizi sommari legati solo ed esclusivamente alla percezione di un eventuale esercizio discriminatorio che sarebbe esercitato dai cittadini che legittimamente esercitano certe posizioni”. Urzì parla di “legge ideologica”. Si trattava - insiste - di una scelta fatta sulla base della proposta di associazioni espressione di un solo pensiero. “D’ora in poi ognuno potrà inventarsi la sua discriminazione, che sarà giudicata da un tribunale con una precisa connotazione ideologica, che caratterizza le associazioni coinvolte, le stesse che esprimeranno al consulta (art.22). L’unico comportamento corretto davanti alle discriminazioni, per questo centro, sarebbe andare a riferire all’autorità giudiziaria”, sostiene il consigliere provinciale di AANC-FdI.

 

Il compromesso

 

Parzialmente appagato dalle modifiche attuate sulla legge si dice Andreas Unterkircher, presidente dell’associazione Centaurus: “Alla fine è passata la dicitura ‘credenze omo-bi-transfobiche’. Avremmo preferito l’inserimento di ‘identità di genere’. È un compromesso, ma meglio di niente. Anche grazie a Centaurus Arcigay le discriminazioni verso le persone transgender sono ora competenza del Centro di tutela contro le discriminazioni”. Risponde per le rime a Urzì la responsabile del Centro di ascolto di ascolto di Centaurus, Arianna Fiumefreddo: “Questa legge è altamente costituzionale. Realizza gli artt. 2 e 3 della Costituzione italiana. Quindi se c’è un’ideologia dietro l’istituzione del Centro Tutela contro le discriminazioni è proprio la visione che le e i nostri costituenti ebbero per l’Italia repubblicana”. E ancora: “Le democrazie costituzionali si fondano su alcuni principi garantisti, e tra questi la tutela delle minoranze discriminate. Se il consigliere Urzì trova un limite alla sua visione distopica del mondo, questo limite è la nostra Costituzione”.

 

“Vittoria”

 

Soddisfatti con riserva anche gli ambientalisti: “Dopo lunghi anni di battaglie, interrogazioni e mozioni del Gruppo Verde finalmente il Centro di tutela anti-discriminazioni è stato istituito. Sarà all’interno della Difesa civica ma con incarichi specifici sulle discriminazioni. Noi lo avremmo preferito come istituzione autonoma, ma pensiamo a questo punto che l’importante sia che cominci a lavorare. Questo strumento per il rispetto e la convivenza era un obiettivo che il Gruppo Verde ha perseguito con ostinazione e finalmente l’abbiamo realizzato” commenta Riccardo Dello Sbarba. A fargli eco la collega Brigitte Foppa: “Su altri temi, come pari opportunità, garante per i detenuti, controllo preventivo dei diritti umani e questioni ambientali ripresenteremo le nostre proposte di legge”.