Salvaguardare i Diritti Civili
Il prossimo probabile incarico di Giorgia Meloni alla Presidenza del Consiglio e l’avvenuta elezione di Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa alle Presidenze di Camera e Senato, nonostante le tiepide aperture enunciate recentemente su alcuni temi quale l’atteggiamento nei confronti dell’Europa, la conferma di adesione al Patto atlantico e la condanna dell’invasione dell’Ucraina, suscitano invece grandi preoccupazioni soprattutto riguardo ad alcune posizioni riguardanti i diritti civili ed in particolare la più volte dichiarata avversione sulla legge sull’aborto.
Le affermazioni espresse e le iniziative assunte anche negli ultimi tempi, soprattutto dal neo presidente della Camera, ci ricordano tristemente le leggi e le disposizioni sostenute durante il periodo fascista.
Il fascismo e l'aborto
Celandosi dietro ad una fantomatica politica demografica, il regime in realtà ha voluto perseguire una forte repressione dell’aborto, affiancando questa battaglia a motivazioni di condanna dei delitti contro l’integrità e la sanità della stirpe.
Anche il Guardasigilli, fra il 1928 e il 1933 ha suggerito più volte, attraverso una rilevante quantità di circolari, l’esercizio di «un’assidua vigilanza per un’immediata e rigorosa repressione dei delitti di aborto» e ha incitato la magistratura a non lasciarsi «fuorviare da un malinteso spirito di commiserazione e di pietismo».
Dietro la malcelata maschera di perseguire politiche «positive» per la maternità, vennero previsti prestiti familiari e l’assegnazione di assegni finalizzati all’abolizione dell’interruzione della gravidanza e venne istituita l’Opera Nazionale Maternità e Infanzia (Onmi), fondata nel 1925 e riorganizzata nel 1933, affidando a tale istituzione una serie smisurata di incarichi, fra i quali, non a caso, il principale era “la prevenzione dall’aborto”.
E’ bene ricordare come, tanto l’Onmi quanto il codice Rocco, Titolo X incluso, transitarono nella nuova Italia repubblicana alla fine della Seconda guerra mondiale e del fascismo. L’Onmi venne soppressa solo nel 1975 e il Titolo X sorpassato soltanto dalla legge 194 del 1978, che prevede la depenalizzazione per l’interruzione volontaria della gravidanza.
L'antiabortista Fontana
Fontana, neo presidente della Camera, è colui che ha partecipato ed organizzato manifestazioni antiabortiste e antiLGBT+. È promotore del “Comitato No194” che chiede l’abrogazione della legge che in Italia consente alle donne di avere la libertà di interrompere una gravidanza. Nel suo libro “La culla vuota” definisce le migrazioni «invasioni». E ancora ha chiarito così le proprie convinzioni: «Con le unioni gay e l’immigrazione vogliono dominarci e cancellare il nostro popolo», l’esempio da seguire è la Russia, «il riferimento per chi crede in un modello identitario di società». In una recente intervista ha affermato: «Le famiglie gay non esistono».
Quindi, pur non avendo incarichi di governo, con il ruolo istituzionale che ricopre, potrà influenzare le scelte parlamentari su queste delicate tematiche. Bisogna avere la massima attenzione e mobilitazione se provvedimenti del nuovo governo verranno assunti per azzerare di fatto la legge sull’aborto, che ha rappresentato una conquista di civiltà nel nostro Paese.
Mi auguro che le forze politiche del centro sinistra, le quali, pur essendo presenti per tanti anni nel governo del Paese, non sono state in grado di sostenere alcune importanti battaglie di civiltà e far approvare leggi come lo ius soli, o l’eutanasia o il DDL Zan sull’omotransfobia, si preparino però nei prossimi anni a vigilare, pur dall’opposizione, su possibili decisioni del prossimo governo che non facciano compiere passi indietro a tutti quei provvedimenti legislativi che hanno rappresentato conquiste fondamentali per i diritti civili della nostra popolazione.