Siamo tutti "miss mal"
"Miss mal" è un bel gioco di parole che viene dal dialetto ferrarese. Semplicemente traducibile con "messo male", ma contiene anche la parola "miss", indissolubilmente legata alla bellezza delle donne. Antonella Pollinzi (nella foto assieme a Cristina D'Avena) usa questa espressione per sostituire egregiamente tutti i termini malvagi che vengono utilizzati solitamente. Anche perchè Antonella ricorda che siamo tutti "messi male" in qualcosa: per il lavoro, nei rapporti personali, da un punto di vista economico. Forse non è un caso che l'autrice mi contatti su Messenger proprio in un momento nel quale abbiamo in molti detto "siamo messi male", la sfida Irlanda del Nord-Italia per la qualificazione ai Mondiali di calcio.
Il "Diario semiserio di una miss mal", edizione Faust, scritto con la collaborazione di Arianna Fornasari, riporta la diretta esperienza di Antonella Pollinzi con l'atassia cerebellare, una malattia genetica rara del cervelletto che procura scoordinazione nei movimenti. Chi ne soffre ha sempre bisogno di un accompagnatore, una persona su cui fare affidamento e che la sostenga sempre. Pollinzi si è diplomata all'alberghiero, al quale ha potuto accedere a 18 anni, "prima non volevano rischiare problemi di responsabilità, non mi facevano stare vicino al fuoco". All'alberghiero ha avuto anche un'esperienza vissuta da molti giovani del bullismo. "Perchè - si chiede Pollinzi - i ragazzi devono prendere di mira i più deboli?".
Antonella ha la capacità rara di esprimersi direttamente e con una sana dose di ironia. "Viviamo con filosofia anche la nostra malattia, altrimenti sarebbe troppo facile buttarsi giù. Quando sono giù di morale mi piace scrivere, non mi fermerei mai". In cantiere c'è anche un libro scritto in questi mesi di pandemia. "Cristina D'Avena mi piace da matti - conclude - mi piacerebbe seguirla. Ho già cantato insieme a lei, è stato bello".