Cittadinanza austriaca, “cui prodest”?
Lo dico subito, il tema mi appassiona poco. Anche perché mi sento cittadino europeo, anche se le cittadinanze nazionali continuano a esserci. Qui incontriamo una delle tante contraddizioni dell’Unione Europea, che forse dovrebbe cominciare a scegliere fra l’essere una vera federazione di Stati o essere una confederazione invece di coniugare in sé, in modo confusionario, aspetti di uno e dell’altro modello.
Infatti, all’articolo 20 del testo consolidato del “Trattato sull'Unione europea e del trattato sul funzionamento dell'Unione europea” si legge:
È istituita una cittadinanza dell'Unione. È cittadino dell'Unione chiunque abbia la cittadinanza di uno Stato membro. La cittadinanza dell'Unione si aggiunge alla cittadinanza nazionale e non la sostituisce.
Insomma, si è cittadini europei ma si rimane sempre e, soprattutto, cittadini dei singoli Stati membri dell'UE.
Ora, personalmente la cosa mi interessa un po’ perché mio padre nacque a Mezzolombardo nel 1913 ed era quindi cittadino austro-ungarico, divenuto italiano dopo gli eventi del primo conflitto mondiale.
Potrei aspirare ad avere la cittadinanza austriaca?
Da quanto leggo in questi giorni no, perché non apparterrei ai due gruppi linguistici cui sarebbe concessa, stando agli annunci. “Bella roba”, davvero. Anche perché mia madre era di lingua tedesca, mio padre di lingua italiana, cioè appartengo al gruppo che da sempre “non esiste”. Invece se fossi di uno degli altri due gruppi… insomma, intoppi giuridici ce ne saranno. Chissà che poi il tutto non finisca davanti al “Verfassungsgerichtshof” di Vienna.
Ho bisogno della cittadinanza austriaca?
Sinceramente no, anche perché se una cittadinanza dà diritti, impone anche doveri. Quali saranno non si sa. Tutto ciò fa sì che si creeranno dei dissidi all’interno della popolazione altoatesin-sudtirolese, questo è poco ma sicuro. Ci saranno i “doppi cittadini”, ci saranno “gli altri” fra cui probabilmente anche di lingua tedesca. Se questo è spirito europeo, meglio lasciare perdere perché è solo da piangere.
“Tanti auguri” quindi al legislatore austriaco a trovare le condizioni per concedere la cittadinanza anche a chi risiede in provincia di Bolzano. Il Verwaltungsgerichtshof Wien (cioè la seconda istanza di giustizia amministrativa nazionale) aveva dato una rasoiata di non poco conto alle aspirazioni di doppia cittadinanza giusto tre mesi fa sulla base del “Staatsbürgerschaftsgesetz 1925”. Ergo, sarà il legislatore austriaco a doverci mettere mano… quindi rinnovo, sarcasticamente s’intende, gli auguri. Perché non saranno improbabili ricorsi nelle varie sedi giudiziarie nazionali e comunitarie. Gli studi legali si staranno già sfregando le mani.
Piacerebbe sapere cosa ne pensa l’attuale presidente Van der Bellen per una questione che rischia di incendiare (idealmente, s’intende) i rapporti fra i due Paesi e nell’Unione Europea. Il tutto, e questo appare chiaro, per fini meramente, anzi smaccatamente elettoralistici.
Lungimiranza zero
Sembra comunque una questione obsoleta perchè l’impegno dovrebbe essere invece quello di arrivare ad avere una reale unica cittadinanza europea svincolata dagli Stati nazionali. Non certo quello di voler avere o ricevere cittadinanze di altri singoli Stati dell’UE. Forse un ragionamento e una prospettiva troppo “avanzati” per talune “menti pensanti”.
Che io sappia Van der Bellen
Che io sappia Van der Bellen ha detto che non vede problemi. Che se ne può parlare.
Si parlerà talmente a lungo,
Si parlerà talmente a lungo, anche con l' Italia, come ha subito messo le mani avanti il buon Kurz, che tutti gli interessati attuali, di una certa età, saranno già in casa di riposo. Ed ai giovani interessa un fico secco.
In reply to Si parlerà talmente a lungo, by 19 amet
"Ed ai giovani interessa un
"Ed ai giovani interessa un fico secco."
Hai dati alla mano? Sondaggi, statistiche?