Chronicle | Parallelismi

La maledizione degli aeroporti

Il “Corrado Gex” di Aosta rischia di chiudere, per anni si sono accumulati sprechi e contenziosi. Ci suona forse familiare?

A quanto pare non siamo gli unici ad avere grane con i trasporti via cielo, mentre a Bolzano gli operatori aerei rescindono contratti e il futuro continua ad apparire incerto con i cittadini che avranno voce in capitolo o forse no sull’ipotesi dell’ampliamento dell’aeroporto e fiumi di denaro pubblico già investiti, anche Aosta non se la passa affatto bene.
L’aeroporto “Corrado Gex” è quello recentemente passato ai “disonori” della cronaca per aver ospitato un volo di Stato di Renzi e famiglia a Courmayeur durante le vacanze di capodanno appena trascorse. Un volo che costa la bellezza di 9mila euro l’ora. Come per il complesso bolzanino anche in questo caso sono stati investiti fior di quattrini pubblici, 30 milioni di euro, con 3 milioni l'anno solo per la gestione ordinaria più 8 milioni di euro stanziati per l’aerostazione. La pista di atterraggio è stata allungata fino a 1.499 metri, senza contare le dotazioni per illuminazione, radioassistenza e servizio antincendio adeguato, all inclusive.

Il problema è che l’aeroporto è ormai un’area desolata, abbandonata a se stessa, su cui atterra ogni tanto qualche piccolo velivolo, e che ha registrato 8.200 “movimenti” nel 2014, di cui 4.800 locali. Doveva diventare uno scalo commerciale di punta, ma di charter e voli di linea nessuno ha mai visto l’ombra da quando la regione valdostana nel 2008 ha avviato i lavori di ammodernamento dell’area, inizialmente per scopo turistico, per attirare cioè sciatori incalliti e principianti della neve. L’aeroporto non è stato mai completato e dunque, sfumata l’ipotesi di uno scalo commerciale, ora le opposizioni in consiglio regionale propongono di declassare l’aeroporto a pista turistica, eventualità presa necessariamente in considerazione dall’assessore ai Trasporti che sarebbe così obbligato ad ammettere uno spreco pachidermico di soldi pubblici.

Mamma Regione sarebbe ora disposta a riappaltare i lavori per 6,5 milioni di euro purché l’aeroporto venga terminato, ma questo significherebbe annullare il contratto trentennale con la società di gestione Avda, che potrebbe sì ritirarsi ma in cambio di un cospicuo rimborso, traduzione: un ulteriore colpo di scure sulle casse già provate della comunità valdostana. Un destino avvilente, insomma, le cui affinità con la nostra situazione locale faremmo meglio a esorcizzare il più velocemente possibile, provincia e vertici dell’aeroporto permettendo.