Kompatscher, SVP, Landtag
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Politics | Nuova Giunta

Il minestrone di Kompatscher

Il Landeshauptmann ha fatto il leader che non esercita la leadership, al contrario del capolavoro tattico di Galateo e Bianchi. I “delusi di Arno” sono scesi in piazza — lasciando qualche speranza per il futuro.
  • La Provincia di Bolzano da ieri pomeriggio ha un nuovo presidente, eletto con 19 voti. Non si può, infatti, parlare di un Kompatscher III. Quello che vedremo dalla prossima settimana è l’Arno che nessuno si aspettava, una specie di Kompatscher I bis. La metamorfosi si è dunque completata. Il neo presidente è pronto a guidare una giunta così a destra che sta fuori dall’inquadratura. Il fatto curioso è che, in extremis, con un escamotage poco coraggioso (facendo cioè finta di lasciare decidere “gli italiani”) il Landeshauptmann aveva cercato di imbarcare nell’esecutivo l’unico centrista, Angelo Gennaccaro, ma alla fine, l’ex enfant prodige “né di destra né di sinistra”, smentendo tutte le dichiarazioni che aveva rilasciato nell’ultima settimana ponendo finti aut aut, ha fatto un passo indietro, lasciando spazio a Christian Bianchi. Ancora una volta in questo estenuante post voto, dunque, Kompatscher, ha fatto il leader che non esercita la propria leadership. Non si è messo in gioco in prima persona per far entrare il Team K al posto dei Freiheitlichen e neppure per dare alla Giunta una spruzzatina anti-sovranista con il “Genna”. Hanno riempito l’ex assessore bolzanino di deleghe a questo e quello, ma al di là del trucco e parrucco l’unica verità inconfutabile è che Arno Kompatscher non ha neppure finto di difendere “la linea del Piave”. Se lunedì prossimo, quando nella sede Svp si voterà  la Giunta nel suo complesso, non riuscirà neppure a far entrare il suo uomo, Arnold Schuler, ma passerà il pasdaran del Bauernbund, Luis Walcher, subirà un doppio bagel 6-0 6-0.

    Kompatscher non si è messo in gioco in prima persona per far entrare il Team K al posto dei Freiheitlichen e neppure per dare alla Giunta una spruzzatina anti-sovranista con il “Genna”.

    Insomma, da settimane Kompatscher sta deglutendo pillole amare – probabilmente anche un po’ velenose – una dopo l’altra, senza battere ciglio. Questo mese e mezzo di trattativa del pentapartito in salsa sudtirolese ha così mostrato anche alle nostre latitudini che in politica l’impossibile diventa davvero possibile, che nemmeno le persone che sembrano animate da solidi principi, riescono a tenervi fede. Ad un certo punto vince sempre, andreottianamente, il desiderio di conservare il potere e si va ben oltre il concetto di compromesso, nascondendosi, in modo puerile, dietro “le scelte degli elettori”. Come ha fatto Karl Zeller è molto più onesto rivendicare il diritto di vendere la propria anima al diavolo in nome di non si sa bene cosa. Povera Heimat, avrebbe cantato Battiato se fosse nato a Monguelfo.

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  • Programma e poltrone

    Nel suo discorso Kompatscher ha cercato di ribadire le sue priorità, ma se non è riuscito a mettere neanche mezzo paletto nella fase di trattativa, perché dovremmo pensare che riuscirà a metterne durante l’azione di governo? Il programma di coalizione, poi, è una gigantesca foglia di fico buona per coprire le pudenda di tutti i protagonisti. Se lo si legge evidenziando tutti i passaggi cari alla destra, alla fine la destra può essere soddisfatta. Se lo si legge segnando le priorità di quella parte di SVP che non è di destra, quella parte di Stella alpina può essere soddisfatta. Se lo si legge per intero ne viene fuori una camion cisterna di minestrone surgelato in cui si annullano tutti i sapori e gli odori, per averne uno solo: di minestrone, appunto. Gli uni separano le carotine e le mostrano orgogliosamente ai loro sostenitori perché sono riusciti a far inserire le carotine, gli altri tirano fuori uno a uno i pisellini e i fagiolini. Ma questa si può definire politica? In quelle pagine c’è un messaggio su quale Sudtirolo avremo fra 5 anni? No. Al governo ci sono cinque partiti che tireranno la coperta ognuno dalla loro parte, e a turno si mostreranno sorridenti ai fotografi, voltandosi dall’altra parte quando toccherà all’altro.

    Se Kompatscher non è riuscito a mettere neanche mezzo paletto nella fase di trattativa, perché dovremmo pensare che riuscirà a metterne durante l’azione di governo?  Nelle pagine del programma c’è un messaggio su quale Sudtirolo avremo fra 5 anni? No.

    Va detto che il meloniano Marco Galateo e il civico-leghista Christian Bianchi, anche se i due non si amano, hanno giocato una partita strategicamente perfetta, con le mascelle ben serrate, i bicipiti in bella vista solo quando serviva, fermi, irremovibili. Da veri uomini di destra.  Detto con il massimo rispetto per chi li ha preceduti negli ultimi decenni, nessuno aveva tenuto testa alla Stella alpina in questo modo, e anche in precedenza quasi tutti avevano ogni volta le spalle coperte dai ministri dell’epoca, fossero leghisti o del Partito Democratico. Ed infatti, non è un caso che a fare un passo indietro sia stato un esponente centrista, a prescindere la fatto che abbia ottenuto la promessa di avere il sostegno SVP per la candidatura a sindaco di Bolzano fra un anno e mezzo (la Stella alpina non lo può dire apertamente perché i suoi organi interni sono molto gelosi delle loro scelte)

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  • Quindi, chapeau, perché rispetto ai Freiheitlichen Galateo e Bianchi hanno fatto gli agnellini sul programma, ma hanno tirato fuori gli artigli per l’unica cosa che in politica davvero conta: la distribuzione delle porzioni di potere esecutivo.  Anche perché una volta in Giunta entrambi sanno che potranno fare esattamente tutto quello che vorranno e nessuno dirà loro nulla.

    Rispetto ai Freiheitlichen Galateo e Bianchi hanno fatto gli agnellini sul programma, ma hanno tirato fuori gli artigli per l’unica cosa che in politica davvero conta: la distribuzione delle porzioni di potere esecutivo.

    E’ un po’ il lato oscuro del Sudtirolo: agli esponenti politici (ma anche ai media) “tedeschi” non interessa assolutamente nulla di quello che fanno gli “italiani”, tutt’al più a litigare saranno SVP e “Blauen”, che pescano nello stesso elettorato. Nel programma l’esistenza di due pianeti e di due sistemi solari diversi è pure messa nero su bianco in ambito scolastico: voi “italiani” fatevi le vostre scuole con insegnamento plurilingue che noi continuiamo come se fossimo nel 1972. Con buona pace di Kompatscher si può, infatti, dare per certo che non appena l’assessore italiano darà input all’intendenza scolastica di far sparire la questione gender dalla scuola, questa sparirà un minuto dopo (a proposito: pare che il messaggio sia già stato lanciato). O se improvvisamente dovessimo vedere ogni tre mesi, lautamente finanziati, convegni del movimento anti-abortista, chi, in Giunta, dirà qualcosa? Per salvare l’apparenza la parolina “diritti” è stata inserita sì nel minestrone di coalizione, ma se uno non ci crede, in quei diritti, a che serve inserirla?

    Per salvare l’apparenza la parolina “diritti” è stata inserita sì nel minestrone di coalizione, ma se uno non ci crede, in quei diritti, a che serve inserirla?

    Il capolavoro tattico di Galateo e Bianchi è cominciato con la richiesta del secondo assessore italiano. Sbertucciati da tutti, in realtà i due sembrano aver letto la legge provinciale meglio degli altri. Su questo punto il secessionista Sven Knoll ha preannunciato ricorso, ma ci sarebbe da sorprendersi se dovesse trovare un giudice che gli dà ragione. Al di là del fatto che una Giunta a 11 con una maggioranza a 19 è probabilmente – nelle proporzioni – un unicum a livello europeo, va riconosciuto a Galateo e Bianchi di aver fatto sì una battaglia per garantire un posto nella stanza dei bottoni a loro stessi, ma il tutto porterà benefici anche per chi verrà dopo di loro (tra una quindicina d’anni?), sempre che nel frattempo i partiti e gli elettori di lingua italiana non avranno fatto un definitivo harakiri.

  • Foto: SALTO/Val
  • Troppa negatività, me ne rendo conto. Non vorrei quindi chiudere con una battuta tipo quella di Igor (Marty Feldman) nel memorabile Frankenstein Junior (“Potrebbe andare peggio”, “E come?”, “Potrebbe anche piovere”,e giù tuoni e fulmini). Viene quindi da segnalare che in questi ultimi mesi sono successe anche cose inaspettatamente positive. Oltre ai “soliti noti” di area interetnica-ambientalista, anche una parte di quel Sudtirolo solitamente più fatalista, obbediente o disilluso, sentendosi tradito da “Arno”, ha battuto un colpo. Migliaia di donne e uomini, una serie di categorie (artisti, studiosi, insegnanti...) hanno messo i loro nomi e le loro facce in movimenti di protesta, sono scesi in piazza, hanno firmato appelli, inviato mail... Concretamente non è servito assolutamente a nulla, la trattativa ha avuto l’esito peggiore che i “dissenzienti” potessero immaginare, ma idealmente la novità lascia qualche speranza per il futuro. Anche se inascoltate, infatti, le proteste fanno bene a chi le fa, aiutano a capire meglio le priorità, e su quali valori ci si può unire anziché mettere gli accenti su ciò che divide. Un ruolo importante, in questo, lo avranno anche i media. Con questa svolta a destra Michl Ebner e il suo potentissimo gruppo di potere - che è riduttivo circoscrivere al settore editoriale - brinderanno per qualche settimana a champagne. Per tutti gli altri, forse, inizia una fase nuova.

  • L'editoriale è uscito nell'edizione odierna de Il T Quotidiano.