Politics | Sanità

Se non interverrà la Regione lo farà il ministero

Stop del ministro Lorenzin: i punti nascita sotto i 500 parti vanno chiusi, ma Kompatscher e Rossi non si arrendono.

“A Catania hanno sbagliato, ed è una tragedia che può ripetersi.”

Era inevitabile che il dramma della piccola Nicole, deceduta dopo essere stata rifiutata da tre ospedali catanesi, avrebbe avuto ripercussioni considerevoli anche a livello politico. Il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha già annunciato infatti una task force per le indagini nei casi di malasanità e ha ribadito che i punti nascita che fanno meno di 500 parti l’anno andranno chiusi: “si continuano a mantenere anche sotto i 500 parti l’anno che per noi sono inaccettabili in ogni punto del territorio nazionale, perché sotto quei livelli i punti nascita sono pericolosi”. “Noi cercheremo di lavorare insieme alle istituzioni regionali - ha avvertito il Ministro della Salute -, non c'è intenzione di fare un processo penale ma dobbiamo risolvere il problema, non possiamo aspettare il settembre 2015. Se non interverrà la Regione lo farà il ministero”.

Nessuna deroga dunque per gli amministratori e le reazioni in Regione non tardano ad arrivare: il presidente trentino Ugo Rossi chiederà al ministro “gradualità e flessibilità nell’attuazione” dei nuovi standard; il Landeshauptmann Arno Kompatscher, dal canto suo, fa sapere che le richieste e i chiarimenti da sottoporre al ministro saranno presentati in ogni caso durante l’incontro a Roma del 26. Richieste messe a punto con l’ausilio tecnico del primario di neonatologia dell’ospedale di Bolzano Hubert Messner, e per questo, auspica Kompatscher, ancora più efficaci nella prospettiva di un accordo. Il governatore ha precisato inoltre che i nuovi criteri dovranno tenere conto di un dato rilevante e cioè che “il tasso di mortalità neonatale in Alto Adige è inferiore alla media italiana ed europea”. Da non sottovalutare anche la raggiungibilità dei punti nascita. “In letteratura medica un punto nascita deve essere raggiungibile entro 90 minuti da qualsiasi abitazione di un determinato territorio. Il problema è quindi più complesso di quello che appare”, ha concluso Kompatscher.