Economy | Cibo

Made in Italy, crescono i pirati alimentari online

Nel 2014 160 operazioni hanno bloccato il traffico illegale di prodotti italiani fasulli sul mercato europeo.

Il commercio pirata dei prodotti agroalimentari italiani sul web è una minaccia concreta: il giro d’affari vale 1 miliardo di euro. Nel 2014 sono state 160 le operazioni che hanno bloccato il traffico illegale di prodotti taroccati del made in Italy sul mercato europeo. Il controvalore della merce è superiore ai 50 milioni di euro, sebbene il reale valore non sia quantificabile dal momento che fermare un'operazione del genere significa scongiurare un flusso che potrebbe aumentare drasticamente in pochi anni. Del resto, non va dimenticato che, secondo quanto stimato dal Ministero delle Politiche agricole e forestali, l’aumento del valore di mercato del cibo online si aggira intorno ai 5 miliardi di euro in 5 anni.

 Alcune azioni illecite venute alla luce riguardano ad esempio  la commercializzazione dell’olio “Tuscan Extra-virgin Olive Oil” sia presso i magazzini che sul sito web del londinese “Harrods”. L’olio veniva imbottigliato in Inghilterra, con il marchio del celebre centro commerciale, ma rimandava alla regione italiana (che ha il contrassegno Igp riconosciuto a livello europeo) senza alcuna giustificazione alimentare. Un altro caso è quello di alcuni vini italiani (almeno 24) Dop e Igp contraffatti che venivano commercializzati su scala internazionale e sulle cui bottiglie campeggiava l’immagine del Colosseo o del tricolore con la dicitura “vino italiano”.

L’italian sounding (e cioè l’uso di marchi o denominazioni che rimandano illecitamente all’Italia), stando alle stime delle organizzazioni agricole, vale 60 miliardi di euro a livello mondiale e coinvolge 200mila lavoratori.

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