Society | Trasporto pubblico

Una vita dietro al volante

I sindacati degli autisti Sasa sono sul piede di guerra e per maggio sono previste agitazioni. Un viaggio con un autista sulla linea 12 è anche un viaggio in un lavoro particolare e nei suoi problemi

Di Sasa si è parlato molto in questi giorni. I botta e risposta tra sindacati e azienda, i titoli sui giornali. I motivi del contendere? Permessi non smaltiti, il mancato coinvolgimento delle rappresentanze sindacali nei casi di tagli al personale e ai servizi, il nuovo codice etico e molte altre rivendicazioni a cui la Sasa risponde colpo su colpo. Ma come passano le giornate questi uomini e donne che nella loro vita professionale arrivano a macinare milioni di chilometri seduti dietro un volante? In un caldo pomeriggio primaverile abbiamo provato a chiederlo direttamente a loro. E dopo un paio di cortesi ma fermi “no grazie”, è cominciato un giro sulla linea 12, quella che da via Perathoner – proprio sotto la sede di salto.bz – attraversa il centro per poi attraversare il ponte Sant'Antonio, via Cadorna e dal centro storico supera la stazione e infine torna al punto di partenza, per un nuovo giro. Alla guida dell'enorme autobus c'è Diego Cavalli, da vent'anni alla Sasa.

Il vostro si può definire un lavoro molto impegnativo?

Direi di sì. È psicologicamente pesante, oltre che stressante per il fisico. A seconda del turno un autista resta alla guida 6 ore e 40 minuti o 7 ore e 10, dopo quattro ore al volante si comincia a sentire la fatica. Si va al bagno di corsa. Se si riesce a mangiare bene, altrimenti ci si organizza prima o dopo. L'alimentazione corretta è un problema, ma questo naturalmente non è certo colpa dell'azienda. C'è poi la responsabilità alla guida: occorre sempre una grande concentrazione, di incidenti ne schiviamo tanti ed è un attimo fare del male agli altri alla guida di un bus. Ed è così sei giorni su sette.

I turni non consentono di recuperare le forze?

Dipende dal tipo di orario. Ci sono turni in cui si ha oggettivamente poca possibilità di recupero psico-fisico: magari stacchi alle 1 e 30 di sabato e il lunedì alle 4 sei di nuovo sulla strada. E oltretutto c'è anche una certa burocrazia da sbrigare, non ci limitiamo al solo guidare.

Lei sono ormai vent'anni che svolge questo mestiere, come sono cambiate le cose nel tempo?

Negli ultimi anni ci sono state nuove assunzioni, certo, ma ho notato anche che in parecchi sono andati in pensione... Coprire i turni dei colleghi in malattia non è semplice, abbiamo tanti straordinari non assorbiti ma le corse vanno effettuate, non c'è alternativa ovviamente. In alcune linee i tempi di percorrenza sono stati resi più rapidi, ma al contempo ci sono più fermate da fare, e con i nuovi quartieri Firmian e Casanova i tragitti sono diventati più lunghi. E il numero di linee è aumentato negli anni. Una volta inoltre, la turnazione prevedeva un monte ore nelle quali essere a disposizione per coprire qualunque problema sorgesse. Per motivi di costi questa possibilità è stata eliminata.

Qualche esempio di tempi di percorrenza?

28 minuti o 32 per la linea 3, 20 minuti per la 16. Con tempi così bisogna sbrigarsi. Il traffico in certi momenti della giornata è allucinante e le corsie preferenziali non bastano.

E se dovesse indicare una linea particolarmente impegnativa?

Forse la 10. È lunga e c'è poco tempo a disposizione.

Quanto si porta a casa alla fine del mese un autista Sasa?

Un neoassunto poco più di mille euro al mese, che diventano 1.300 con gli straordinari. Io dopo ven'anni di Sasa sono sui 1.500.

E sulle tensioni sindacati-Sasa lei cosa dice?

L'azienda non ascolta nessuno, contano solo i numeri che devono quadrare. Aumenti non se ne vedono, il contratto è fermo da anni...

Le periodiche indagini di qualità indicano almeno che l'utenza è soddisfatta del servizio offerto.

Sì, solo due su dieci sono scontenti. E solitamente le lamentele ci sono per un motivo preciso, che in molti si ostinano ad ignorare: noi non siamo un ufficio informazioni, siamo autisti.

La questione sicurezza è ancora un problema?

A me fortunatamente sono capitati solo casi di maleducazione, molti, ma problemi veri e propri no. Ma io lavoro in giornata, non guido in orari serali. Sugli autobus salgono persone di tutti i tipi e quindi anche problematici, ubriachi, poveracci che d'inverno vengono a scaldarsi. Capita che vomitino, sputino... La telecamera installata dovrebbe dissuadere in effetti. Dovrebbe. La cabina chiusa? Ne abbiamo parlato, ma sarebbe da valutare bene i pro e i contro. In caso di pericolo occorre essere rapidi sia per la sicurezza dei viaggiatori che per la nostra.

Un'ultima curiosità. Le capita di guidare volentieri al di fuori del lavoro?

Per carità! Fuori dal lavoro non guido quasi mai...